Pisciotta, cadde da una staccionata e morì: in tre a processo

Le ferite riportate furono fatali per Maria Grazia Tortora, 86enne del posto

pisciotta cadde da una staccionata e mori in tre a processo
Pisciotta.  

Scese dall’auto e, per sorreggersi, si appoggiò a una staccionata che, improvvisamente, cedette, facendola cadere in un dirupo, a Rodio, frazione di Pisciotta. Le ferite riportate furono fatali per Maria Grazia Tortora, 86enne del posto. Dopo le indagini e la richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Vallo della Lucania, a distanza di tre anni dall’incidente, andranno a processo con l’accusa omicidio colposo il responsabile dell’ufficio tecnico comunale, Domenico Conti,  difeso dall’avvocato Giovanni Laurito;  il già responsabile del medesimo ufficio Marcello Saturno, difeso dagli avvocati Franco Castiello e Vincenzo Cannavacciulo, e Valentino Marzotti, il legale rappresentante della ditta che si stava occupando dei lavori sulla staccionata difeso Carmine Giovine. Assolto, invece, il sindaco Ettore Liguori, che, difeso dall’avvocato Giovine, aveva scelto il rito abbreviato. Assolto anche il genero dell’anziana, Antonio Di Biasi, difeso dall’avvocato Luisa Feola, che quel giorno la stava accampanando in auto. 

La tragedia avvenne il 30 settembre 2019. La donna di 86 anni, scendendo dall’auto, si appoggiò ad una staccionata in legno a pochi passi da centro di Rodio. La struttura in legno cedette e la donna precipitò in un dirupo. Fu trasferita in gravi condizioni all’ospedale San Luca di Vallo dove il suo cuore cessò di battere dopo otto giorni. Presentava la frattura del bacino ed altre gravi ferite. Una morte su cui i familiari vollero subito far chiarezza.  Presentarono denuncia ai carabinieri. I militari in ospedale sequestrarono la cartella clinica. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vallo aprì un fascicolo di indagine, coordinata dal sostituto procuratore Luigi Spedaliere, che ha portato al rinvio a giudizio di due tecnici comunali, un geometra e un architetto, e il titolare della ditta . La figlia della donna, difesa dall’ avvocato Franco Maldonato, si è costituita parte civile nel processo.