Mare e pesca, nasce il Cetara Experience

Finanziato dalla Regione il progetto del comune da realizzare con Marevivo e il Forum dei Giovani

Cetara.  

Cetara vince. E rilancia. Il suggestivo comune della Costiera Amalfitana ha ottenuto il punteggio più alto – tra i paesi della Divina – nella classifica finale dei progetti finanziati (50mila euro) dalla Regione.

Il “Cetara Experience” nasce dalla sinergia e la partnership tra Comune di Cetara, e in particolare tra il sindaco Fortunato Della Monica, l’assessore Angela Speranza, e la delegazione Salerno e Costiera Amalfitana di Marevivo, presieduta da Pietro Vuolo e l’Associazione Amici del Forum dei Giovani di Cetara, coordinata dal consigliere Daniele D’Elia.

Il progetto prevede la valorizzazione e il corretto utilizzo delle risorse del mare, con particolare attenzione alla filiera della pesca, alla stagionalità del pesce, al “Km 0” e all’aumento della redditività delle imprese locali.

Cetara Experience è uno spazio multifunzionale di incontro, confronto, socializzazione, aggregazione e crescita che include un sistema integrato di laboratori di apprendimento progettati e gestiti dall’associazionismo giovanile, con l’obiettivo primario di favorire nel settore turismo ricreativo e agroalimentare un’occupazione giovanile non più stagionale e sempre più qualificata.

«Le diverse competenze e professionalità dell’Associazione Marevivo Salerno e del Forum dei Giovani di Cetara si occuperanno del laboratorio ‘Galleria del Mare’ che, attraverso il contatto diretto con la realtà marina, cercherà di conservare e trasmettere la memoria storica della marineria della Campania, fortemente radicata a Cetara e con uno sguardo al futuro», spiega Pietro Vuolo, responsabile Marevivo Salerno e Costiera Amalfitana.

In particolare, si cercherà di curare un’idea di turismo sostenibile, che va dalla semplice osservazione dell’attività di pesca locale ed artigianale, rispettosa dei fondali e degli habitat marini, alla cultura del “chilometro zero” sulle nostre tavole e delle attività di ristorazione, valorizzando il “pesce povero” ossia il pescato italiano meno conosciuto.