Paesi abbandonati: 20 anni di fondi UE non cambiano la realtà

Spopolamento e futuro del Cilento: l'intervista al consigliere regionale Michele Cammarano

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Salerno.  

Sono 20 anni che il Cilento percepisce fondi dall'Unione Europea per essere considerato “obiettivo 1”. Oggi, siamo ancora tra i paesi più poveri d'Italia. Una situazione che ha dell'incredibile perché in tutti questi anni, i soldi potevano essere utilizzati in modi migliori e arrivare almeno ad essere considerati obiettivo 2”. A parlarne è chi ha deciso di non arrendersi allo spopolamento e ad una politica che poco ha aiutato i giovani che amano la propria terra ma che sono comunque costretti a lasciarla. Originario di Roccadaspide, emigrato per venti anni a Battipaglia e attualmente residente a Paestum, Michele Cammarano, consigliere regionale per il Movimento 5 Stelle in Campania, ha deciso di entrare in politica proprio per difendere il Cilento.

Valle dell'Angelo sulla carta e secondo i più recenti dati Istat è il comune salernitano con il più basso dato di popolazione presente sul territorio, con i suoi 229 residenti. In realtà, se si considerassero i giovani che sono andati via e gli effettivi cittadini presenti, il dato continuerebbe a scendere. Ma Valle dell'Angelo non è l'unico comune che potrebbe, semplicemente, scomparire. Pensiamo a Sacco, a Magliano Vetere, Stella Cilento, Bellosguardo, Ottati, Laurito. Sono solo alcuni dei 158 comuni del salernitano sotto i mille abitanti.

Qual è il futuro di questi paesi del Cilento, lì dove la bellezza dei paesaggi, della dieta mediterranea e della longevità, sono il fiore all'occhiello per i tanti turisti alla ricerca della tranquillità. I giovani vanno via, le famiglie non hanno futuro, restano gli anziani e gli unici ragazzi sono gli extracomunitari arrivati in Italia negli anni e destinati a quelle terre.

Secondo un non poco recente dato della Cgil, negli ultimi 15 anni nei 50 comuni dell’area a sud di Salerno, facenti parte del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano la popolazione residente è calata, complessivamente,di circa 10.000 unità. Stando ad una ricerca sono 535 i cittadini extra comunitari, 323 femmine e 212 i maschi impegnati nell’assistenza domiciliare agli anziani e nella filiera agro alimentare.

Il problema dello spopolamento non è una novità. In tanti tra cittadini, sindaci e governo, si sono interessati dell'argomento. Ultimo finanziamento, quello devoluto alle aree interne da parte della Regione Campania, di 5 milioni di euro.

Cifre da capogiro che in qualsiasi altro paese d'Europa, avrebbe trasformato una realtà fragile come quella di Valle dell'Angelo, in una città innovativa. Eppure,  sono circa 20 anni che  – e non solo – questi paesi percepiscono fondi dall'Unione Europea in quanto, in termini economici, sono classificati “obiettivo 1” ( tutti quei paesi come l'Albania, ad esempio, che in base a parametri economici, occupazione femminile e altri criteri sono considerati tra i più poveri). Eppure, tra coltivazioni di olio, di vino, castagne, nocciole, fiumi, ristoranti, festività: il Cilento tutto sembra tranne che una delle zone più povere d'Italia.

La rabbia mi ha spinto ad entrare in politica. Tra bandi e occupazioni lavorative nulle, tra fondi ottenuti e spesi in malo modo. Il mio obiettivo è quello di riportare i cilentani emigrati a casa loro: le eccellenze devono tornare”. Ha dichiarato Cammarano, una delle poche voce fuori dal coro che crede in un futuro delle aree interne.

Il futuro è delle aree interne, sono convinto. Il compito della politica è quello di far venire prima il futuro di queste zone. Più andiamo avanti e più alcuni paesi del Cilento sono in fase di spopolamento acuto e sarà sempre peggio. I problemi sono tanti: abbandono dei terreni che creano dissesto idrogeologico e conseguenti frane; strade che si deteriorano; abbandono dei servizi, in alcuni Comuni già non ci sono più medici di base, problemi con le scuole e, inevitabilmente giovani e famiglie si spostano”. Problemi ma anche soluzioni e tavoli di lavoro. Cammarano ha sposato la “battaglia” delle aree interne e da cilentano è fermamente convinto in un futuro possibile. “Stiamo cercando di farlo al governo e in Regione, le aree interne sono da sempre abbandonate, anche per un motivo politico, non interessano a nessuno. Avranno un futuro perché è lì la ricchezza. Oggi c'è un ritorno dei giovani agricoltori alle origini. Giovani che invece di andare a fare i camerieri a Milano decidono di tornare alla casa del nonno e coltivare”.

Un cambio di rotta, insomma, è stato registrato negli ultimi anni. Tanti i giovani che decidono di resistere di non pensare al mare solo come un ricordo lontano, ma di “combattere” nelle propria terra, aprendo ristoranti, strutture ricettive e tornare a coltivare per puntare alla realizzazione di un prodotto bio e Made in Italy. “Con le nuove tecniche di coltivazione, il prodotto bio, sta portando dei frutti ma c'è bisogno di incentivarla. Suggerirei ai miei concittadini ai giovani che voglio restare, di acquistare case a poco prezzo e di rivenderle anche a turisti stranieri che vogliono conoscere il segreto della longevità cilentana e che decidono di restare in paese per più di 2 settimane”.

Il problema dei giovani è anche quello legato agli stimoli inesistenti, specialmente, durante l'inverno. “Non hanno un posto dove ritrovarsi, un teatro, stimoli per una famiglia che verrà”. continua Cammarano, “Questo è complicato. Oggi si parla tanto di eco turismo e penso che l'aeroporto di Pontecagnano possa darci una mano in questo senso. E' necessario delocalizzare e destagionalizzare il turismo. Stiamo cercando di contattare i sindaci per capire con loro quale potrebbe essere il futuro. L'aeroporto è anche la scusa per rifare tutto quello che c'è intorno. Chiedere fondi ed utilizzarli con una visione completa”. Conclude il consigliere regionale.

Un problema che se non risposto, incentivato, aiutato, potrebbe portare alcune “perle” del nostro territorio a diventare come Roscigno Vecchia, abbandonati e desolati.