Cura i randagi di cui non si occupa il Comune: viene multata

La vicenda a Pontecagnano. A denunciare l'accaduto il comitato "Uniti per Chicca"

cura i randagi di cui non si occupa il comune viene multata
Pontecagnano Faiano.  

Una vita dedicata al recupero degli animali abbandonati e alla ricerca di una casa per loro: per tutta risposta, dalle Istituzioni viene sanzionata con l'ordine di demolizione del rifugio entro novanta giorni e migliaia di euro di multa. L'assurda vicenda arriva dalla provincia di Salerno, dove i protagonisti sono il Comune di Pontecagnano Faiano ed il relativo Distretto dell'ASL Veterinaria, nei confronti di una volontaria animalista che da decenni si occupa di arginare l'allarmante fenomeno del randagismo in molte zone della provincia, soprattutto nei Comuni dei Picentini.

A denunciare quanto accaduto i volontari del comitato "Uniti per Chicca" che scrivono: 

"Chiunque abbia avuto a che fare con il mondo del volontariato animalista salernitano, non può non conoscere la signora Teresa Zagaria, da tutti conosciuta come Stella, che da anni va avanti grazie alle proprie forze, a quelle dei volontari che la affiancano e alle sporadiche donazioni di cittadini sensibili. Stella è ormai un punto di riferimento quando le persone del posto recuperano gatti e cani randagi o feriti, devono sterilizzarli o non hanno la possibilità di acquistare cibo e antiparassitari per i propri animali, sostituendosi suo malgrado ai rappresentanti degli organi preposti al controllo del randagismo. Di contro, da questi ultimi non le è mai arrivato invece alcun tipo di aiuto (che fosse sotto forma di crocchette, medicinali, antiparassitari, ecc.), ma fino a questo momento non era mai stata nemmeno così apertamente osteggiata. La pagina Facebook che gestisce, denominata "Il Recinto degli Invisibili", testimonia l'incessante attività che Stella svolge nel suo omonimo piccolo rifugio nella litoranea di Pontecagnano, zona tra l'altro periferica ed in cui il suo ricovero rappresenta un'oasi felice nel generale degrado circostante. Nel "Recinto degli Invisibili", in tutti questi anni, sono stati ospitati e fatti adottare centinaia di cani e si è provveduto a degenze post operatorie di altrettante centinaia di cagnoline. I cani che ora ci vivono stabilmente sono tutti sterilizzati, vaccinati, microchippati, di taglia grande e quasi tutti dal manto nero (il colore meno richiesto nelle adozioni), insieme ad altri particolarmente fobici, a cui i volontari non sono riusciti a trovare casa, assorbiti dalle continue emergenze sul territorio che, per uno scaricabarile continuo da parte di chi sarebbe pagato per occuparsene, puntualmente tocca a loro risolvere".

In un recente blitz al "Recinto degli Invisibili", da parte del Comando NOE di Salerno, di concerto con il Dipartimento di Prevenzione Veterinaria ed il personale della Polizia Municipale e dell'Ufficio Tecnico del Comune di Pontecagnano Faiano, nonostante la maggior parte dei quadrupedi fosse microchippata, a Stella è stata notificata una sanzione di 1.800 euro per alcuni cani non ancora iscritti in anagrafe, sebbene per questi, temporaneamente ospitati per trovare loro adozione o in attesa di essere trattati per le ectoparassitosi prima della loro reimmissione sul territorio, esista una tracciabilità, ovvero comunicazioni dalle/alle Istituzioni del Comune di Pontecagnano con interventi richiesti/eseguiti.

"Le è stata contestata anche la presenza di un "concentramento abusivo" di animali, per un ammontare di 3.098 euro di multa da pagare anche questa entro sessanta giorni, facendo riferimento ad un regolamento di Polizia Veterinaria del 1954 e addirittura ad un Regio Decreto del 1934. Si tratta di leggi che riguardano gli animali da cortile e che sono talmente obsolete da citare ancora l'eutanasia per i cani al terzo giorno dall'accalappiamento! Si precisa che tutti gli ospiti del rifugio sono stati trovati in ottime condizioni, addirittura provvisti del collare antiparassitario Seresto.

Per concludere la surreale vicenda, da parte dei dipendenti dell'ufficio tecnico del Comune, le è stato contestato un abuso in un'area soggetta ad un non ben identificato "vincolo paesaggistico" (si ricorda che il rifugio si trova in una zona particolarmente degradata della litoranea) e le è stato intimato entro novanta giorni di demolire la struttura, che nello specifico consiste in quattro tettoie su pali di legno non ancorati al suolo, pena una sanzione fino a 20.000 euro. Una vera e propria persecuzione nei confronti di volontari che operano per il bene degli animali e della collettività, davanti alla quale non si riesce a trovare una spiegazione plausibile".