Decine di giovani si sono dati appuntamento questa mattina al salone dei Marmi del Comune di Salerno nell'ambito della prima edizione di Jobs Days l'iniziativa del Ministero del lavoro finalizzata a far incontrare domanda e offerta per superare il mismatch di competenze che paralizza il mercato, ovvero il lavoro che c'è e che non trova candidati. Salerno è la prima delle città coinvolte nell’iniziativa. Ad aprire i lavori il ministro Giuliano Poletti che ha incontrato la stampa e i giovani spiegando quale sarà la direzione del Governo sulle politiche per il lavoro nei prossimi anni anche alla luce delle dichiarazioni di Renzi che nella stessa mattinata da Caltanissetta ha assicurato che gli incentivi del Jobs Act solo per il Mezzogiorno saranno confermati integralmente anche per il 2017. La decontribuzione riguarderà le aziende che scelgono di assumere al sud per tutto il primo anno, un atto da 730. Oltre agli incentivi però, come ha sottolineato il ministro, “bisogna lavorare per permettere alle imprese che assumono di trovare le figure giuste”. “Che ci sia una disparità enorme oggi sul mercato del lavoro italiano tra l'offerta e la reale domanda è un dato di fatto – ha aggiunto i ministro Poletti - Queste giornate sono un esperimento che ci aiuterà ad orientare meglio le nostre politiche a favore dell'occupazione. In una giornata come questa ci sono almeno cento posti di lavoro che si possono concretizzare soltanto facendo incontrare i profili giusti alle aziende che cercano precise figure professionali”.
Per il ministro Poletti questo paese che può contare su grandi competenze nel mondo dell'impresa, della cultura e del turismo continua a mostrare gravi carenze di formazione per quanto riguarda la conoscenza delle lingue straniere. “Aprirsi al mondo, e dunque anche al mercato del lavoro globale, richiede almeno la conoscenza di due lingue straniere. E su questo l'Italia purtroppo sconta un grave ritardo”.
Alla proposta di Vincenzo De Luca, governatore della Campania, che ha lanciato un grande piano di assunzioni da 200mila posti di lavoro nella pubblica amministrazione, il ministro del Governo Renzi dice di guardare con attenzione: “Il tema è aperto, la questione del ricambio nella pubblica amministrazione è stringente, credo che meriti una riflessione anche se non conosco nei dettagli la proposta di De Luca. Tuttavia ritengo che sebbene sia aperta la strada per ora non si può dire ancora percorribile”.
Presente al dibattito anche l'assessore regionale al lavoro Sonia Palmeri, il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli e Maurizio Del Conte direttore della nuova Anpal (agenzia nazionale per le politiche attive). “Nei prossimi 5 anni ci saranno due milioni e mezzo di contratti di lavoro in più, 510mila all'anno – ha detto Del Conte - soprattutto nelle professioni di alto profilo, cosiddette high skill, legate alla digitalizzazione e all'informatizzazione e in quelle di basso profilo, manufatturiero in primis. Meno richiesti tutti i profili medi sui quali si è costruita l'Italia del lavoro degli ultimi 50 anni”.
Ma contratti in più non significa nuovi o aggiuntivi rispetto a quelli che ci sono oggi, chiarisce però Del Conte: “Quelli nuovi saranno un 20 per cento”. In sostanza è prevista un'ulteriore espansione delle professioni che richiedono alta qualificazione tecnica su apparecchiature a controllo numerico. L'incremento più sostanzioso infatti, ben l'82 per cento, si registrerà nelle professioni digitali, tecnici web, gestori di reti telematiche. Secondo l'Anpal il dato è chiaro: c'è una forte propensione ad assumere tecnici di organizzazione e gestione dei fattori produttivi, di fatto si registra un incremento di domanda di queste figure del 109 per cento. In assoluto il più importante per le imprese 4.0. Ma non solo. Le previsioni parlano anche di un rilancio delle figure specializzate nella formazione e nell'educazione. “Il filo rosso del lavoro è la conoscenza – aggiunge Lo Conte – quindi anche chi proviene da studi umanistici ma ha saputo riformulare la propria conoscenza con competenze che guardano alla comunicazione e alla formazione avrà maggiori opportunità”. Le professioni culturali e creative sono il settore più dinamico per il quale è previsto un aumento del 30 per cento nei prossimi 5 anni. Bene anche le professioni sanitarie. Poi si passa direttamente alle professioni low skill, ovvero di basso profilo. E la sorpresa è che il settore che “tira di più” è quello del packaging, cioè il confezionamento e l'imballaggio. Ma attenzione. Anche il basso profilo, avverte Del Conte, nonb può esimersi dal possedere una formazione legata alla digitalizzazione.
