Bellizzi, chiude Maccaferri: incubo per 37 lavoratori

La decisione dei vertici aziendali: un anno di cassa integrazione per i dipendenti

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Bellizzi.  

Chiusura ed un anno di cassa integrazione. È la decisione presa dai vertici aziendali di Maccaferri Manifatture Italia per lo stabilimento di Bellizzi. La crisi economica, aggravata dalla situazione sanitaria, ha spinto l'azienda a tirare i remi in barca, facendo piombare nello sconforto 37 lavoratori. «Nell’incontro programmato con i vertici aziendali di Maccaferri Manifatture Italia di Bellizzi e Confindustria Salerno, ci è stata trasmessa la notizia peggiore! L’azienda ha formalizzato l’intenzione di cessare l’attività. Un colpo di grazia alle aspettative che avevano animato questi mesi di difficoltà e di sacrifici delle maestranze», si legge in una nota congiunta a firma delle segreterie provinciali e delle rsu Fim e Fiom Salerno. «Questi lavoratori avevano finora creduto di poter ritrovare un percorso di futuro e di lavoro nell’ambito delle operazioni di riassestamento del gruppo. Le strade tentate sono state innumerevoli, così come gli appelli alla politica ed alle Istituzioni. Qualche timido segnale è arrivato, ma non è stato sufficiente e creare una inversione di tendenza rispetto alle scelte che, nel mentre, stavano maturando. Sapevamo di dover fare presto, ma sapevamo anche che il rilancio del gruppo aveva ancora in corso altre tappe a cui potevamo prendere parte. E invece l’azienda ha preferito sciogliere ora le riserve mettendoci dinanzi al baratro della perdita di altri posti di lavoro. Oltretutto in un settore, quello del dissesto idrogeologico, dove sono stati stanziati dal Governo circa 11 miliardi di euro. Certo, non sono mancate le disponibilità datoriali a ricorrere agli altri strumenti disponibili di sostegno al reddito, ma tutto questo non cambierà il fatto che un altro storico stabilimento rischierà di scomparire da un panorama industriale ormai quasi desertificato».

I sindacati, in ogni caso, promettono battaglia. «Non accettiamo queste scelte maturate ora, senza che sia completato il quadro che potrebbe portare a nuovi investitori. E, dunque, non vogliamo e non dobbiamo arrenderci. Non possono scomparire così una storia e 40 posti di lavoro. L’assemblea tenuta con tutte le maestranze nello stesso pomeriggio di oggi ha richiamato l’intero percorso di lotta già compiuto facendo emergere rabbia e delusione. Delusione anche per l’assenza di qualsiasi alternativa per il lavoro e per il futuro di tante famiglie. Insisteremo per l’attivazione di un Tavolo nazionale al Ministero dello Sviluppo Economico, augurandoci il sostegno di tutte le forze politiche e delle Istituzioni del territorio affinché lo stabilimento di Bellizzi non venga escluso dal rilancio del gruppo e da possibili ipotesi di riconversione e ricollocazione, come in alcuni territori abbiamo visto accadere».

Per mercoledì è stata convocata un'assemblea pubblica, in modalità telematica, a cui saranno invitate tutte le forze politiche e le Istituzioni del territorio per ottenere contributi e sostegno sulla vertenza nella prospettiva di una discussione a Roma. «Programmeremo a seguire con tutti i lavoratori ogni possibile azione di mobilitazione e di lotta per arrivare a questi obiettivi di prospettiva e di dignità per tutti», concludono i sindacati.

Dura anche la presa di posizione di Gigi Vicinanza, segretario generale della Cisal Metalmeccanici Salerno. «La chiusura dell'azienda Maccaferri in piena pandemia è inaccettabile. Prefettura e Confindustria uniscano le proprie forze per salvare le sorti dei lavoratori. La Maccaferri è la storia dell'industria salernitana per antonomasia. Un'intera comunità, come quella di Bellizzi, si è costituita attorno a questa azienda. Vederla chiusa in videoconferenza, in piena emergenza Covid-19, è uno scandalo. Ecco perché chiedo a Prefettura e Confindustria di unire le forze con i sindacati e attuare ogni misura per scongiurare i licenziamenti. Si verifichi anche se la proprietà della Maccaferri possa attuare una strategia del genere in un momento storico così complicato per l'economia mondiale».

Vicino ai lavoratori anche il sindaco di Bellizzi, Mimmo Volpe. «Dobbiamo recuperare urgentemente il tavolo nazionale al Ministero delle Attività Produttive. Ho già comunicato al Prefetto la mia disponibilità. Li accompagnero nella vertenza non appena il Ministro darà le deleghe ai Sottosegretari. In Emilia Romagna stanno ricollocando tutti i lavoratori del gruppo Maccaferri. Credo che è una ingiustizia. Il gruppo Maccaferri che ha una lunga tradizione sociale oltre che imprenditoriale con questa vertenza la sta completamente offuscando. Non si possono trattare 32 lavoratori come degli emeriti abusivi anonimi. Hanno dato la vita perché sono figli dei figli che hanno arricchito il gruppo e le sue holding»