Fonderie Pisano: "Politici e istituzioni contro i lavoratori"

“Non si parla più di delocalizzazione e sono passati 550 giorni dall’elezione del sindaco"

“I cittadini non si facciano strumentalizzare in vista delle elezioni Politiche”. A dirlo è Luigi Vicinanza della Cisal provinciale  

Salerno.  

“Sulla vertenza delle Fonderie Pisano vedo un accanimento politico, oltre a una responsabilità istituzionale per le decisioni prese in questi giorni. Si stanno facendo cose impossibili pur distruggere una delle poche aziende funzionanti in provincia. I residenti di Fratte e della Valle dell’Irno non si facciano abbindolare dai politici e continuino la loro battaglia senza essere strumentalizzati: siamo ufficialmente in campagna elettorale”.

Non usa mezzi termini il sindacalista della Cisal provinciale, Luigi Vicinanza, per esprimere il proprio parere negativo sul no dato dalla Regione Campania sui progetti di adeguamento dello stabilimento delle Fonderie Pisano di Salerno. “Non voglio entrare nel merito della decisione, ma porre alcune domande è lecito: solo oggi ci si accorge che c’è il rischio di inquinamento del fiume Irno? Cosa ha fatto il Comune di Salerno dal 1994 fino a ora? Forse quella fabbrica era un bacino elettorale importante e non doveva essere disturbata.

Adesso i cittadini meritano la priorità, guarda caso alla vigilia delle prossime elezioni Politiche, e i lavoratori possono finire nel dimenticatoio. Tutto questo è aberrante e il no alle Fonderie Pisano ha dei precisi mandanti politici, i cui nomi e cognomi sono noti a tutti”.

Nel mirino, ovviamente, finiscono i vertici del Pd salernitano. “Dal giugno 2016, mese in cui Vincenzo Napoli è diventato sindaco di Salerno, è stato garantito il massimo impegno per la delocalizzazione della fabbrica. Da allora sono passati oltre 550 giorni e di questo non ne sento parlare più. Forse l’agenda delle priorità del Comune di Salerno e della Regione Campania sono cambiate? Io penso proprio di sì”.

S.B.