Aliberti: mio ritorno? Escluso, il calcio oggi è solo uno show

L'ex presidente della Salernitana ripercorre il passato e manda stoccate a Lotito

Salerno.  

Aniello Aliberti: qualcuno ha ancora nostalgia dell'ex presidente della Salernitana della Serie A, altri lo ricordano come colui che portato la società al fallimento. Intervistato da “la Città”, l'ex patron granata ripercorre il passato, senza disdegnare qualche stoccata a Claudio Lotito.

<<Dico la verità, io non la seguo molto, non so neanche bene la formazione – dichiara Aliberti - Per me è un ricordo troppo importante, dopo esser stato 11 anni sul campo a guidarla. Su quello che attualmente esiste c'è solo da dire bravi. Tornare? Non esiste. Più sento e leggo notizie su qualche sito, più mi infastidiscono. Ormai è uno show per produrre semplicemente spettacolo. Ti dovresti calare in una cosa dove sicuramente il cuore non lo devi mettere più>>.

Il discorso cade su Lotito e la sua ambizione alla presidenza di Lega:

<<Essere su due fronti va bene, anche se non porta molti vantaggi. Diventare, invece, presidente della Lega B lo trovo un fatto moralmente discutibile. Ci sono sicuramente conflitti, perchè se fai contemporaneamente il presidente di una squadra di A e di un'altra categoria minore non penso sia opportuno diventare anche massimo esponente di categoria. Ci vogliono altre persone per questo ruolo>>.

E' passato tanto tempo dalla sua presidenza della Salernitana a oggi:

<<E' il calcio ad aver cambiato pelle, parliamo di tutt'altra cosa - continua l'ex patron granata - I costi che hanno raggiunto alcuni cartellini influenzeranno per forza tutto il sistema. Tutte queste proprietà straniere si rendono disponibili per soli spot pubblicitari, il calcio c'entra ben poco. Basta vedere il presidente del Psg che compra un giocatore nonostante una clausola di 250 milioni di euro. Per cui vi renderete conto che anche la storia del fair play finanziario lascia il tempo che trova. Fanno le regole, ma poi ci sono tanti modi per raggirarle. Non voglio fare il nostalgico o l'antico, ma quando vedi che tanti big come Berlusconi o Moratti passano la mano ad altri, significa che qualcosa non quadra più. Dopodiché tra chi non sostiene più queste spese e chi compra e abbandona perchè non ottiene risultati, vediamo tante realtà fallire>>.

Aliberti ricorda il fallimento della sua Salernitana:

<<I due fallimenti erano diversi. In quello successivo alla mia presidenza ci fu una parentesi americana, una svista clamorosa, una storiella di bassa lega, stupida e inutile, che distrusse tutto. Mentre qui non si ottemperò a una serie di adempimenti che venivano richiesti nel caso del primo fallimento, sotto la mia presidenza, le cose furono ben diverse. Dovevamo 7 milioni e 760mila euro alla FIGC. In contanti e in un solo colpo. C'era un problema di tasse con l'agenzia delle entrate con cui si era in trattativa. Ma a noi non fu consentito nulla, neanche una rateizzazione e la FIGC non ci iscrisse. Ci fu una volontà di maltrattare un'intera tifoseria, la quale non riuscì a capire assolutamente niente. Mi vergogno solo a fare un paragone tra i due fallimenti. Con i giusti aiuti avrei continuato - conclude Aliberti - la società aveva le carte in regola e gente di qualità: io non vedo in questi anni un giocatore di queste varie Salernitana che abbia avuto successo nel mondo del calcio. Io avevo nomi di qualità>>. 

Maurizio Grillo