Mercato a rilento, tensioni e distacco: Salernitana, che caos!

Il dato della prevendita deve far riflettere: basta paragonarsi sempre "a chi sta peggio"

Salerno.  

Anche a costo di ricevere le solite infamanti accuse dai soliti soloni social che ci tacciano, per moda, di essere difensori a prescinere di questa società, la nostra redazione ha sempre portato avanti una linea equilibrata e che abbinasse alla quotidiana informazione anche quella grande passione per i colori granata che ci ha sempre contraddistinto. Fare il giornalista comporta una serie infinita di responsabilità e non sta certamente a chi scrive o chi parla in tv fare processi, chiedere esoneri, suggerire operazioni di mercato o ergersi a depositari della verità assoluta attaccando questo o quel personaggio. C'è chi lo fa già, divertendosi ogni giorno su facebook in attesa di una sconfitta della Salernitana o di qualcosa che non funziona per destabilizzare e criticare a prescindere, spesso persone che anche in A chiederebbero la Champions in due anni e che dovrebbero invece prendere esempio da quei tifosi con i capelli bianchi che, nei 30 anni di fila in serie C, riempivano il Vestuti con l'amore di sempre senza trasformarsi in allenatori, direttori sportivi o presidenti. Fatta questa lunga e doverosa premessa, va detto che quanto sta accadendo da un po' di tempo a questa parte desta qualche comprensibile preoccupazione ed è opportuno far suonare un campanello d'allarme e lasciarsi andare a qualche riflessione prima che sia troppo tardi. Questo non significa essere incoerenti, ma semplicemente analizzare i fatti senza simpatie o pregiudizi con la speranza, nel proprio piccolo, di sottolineare cosa davvero non funziona e da dove bisogna ripartire.

Lo diciamo subito: se Lotito pensa davvero che questa sia una Ferrari, probabilmente è fuori strada. Questa squadra, come forse Bollini aveva ben evidenziato nel corso di una conferenza stampa pre-esordio, è passata da due attaccanti di valore assoluto a un giovane della Lazio, una scommessa e un centravanti che bomber non è mai stato, senza dimenticare che sostituire Gomis con due giovanotti in prestito è un rischio non di poco conto. Anche il centrocampo appare piuttosto incompleto e non a caso il crollo c'è stato dopo il calo di Minala, dal derby in poi ombra di sè stesso. Se poi i primi ad andar via sono gli innesti estivi (con Adejo, Asmah e Roberto bocciati dopo due allenamenti), evidentemente qualcosa non ha funzionato e la speranza è che quanto prima si possa rimediare. Certo, ricominciare con la stessa rosa dopo 20 giorni di mercato non lascia trasparire nulla di buono: se per davvero si vuole puntare ai play off non si aspetta prima di sfoltire e non si prende soltanto un altro giovane laziale che ha rifiutato Salerno un giorno sì e l'altro pure fino al 31 agosto. E' giunta l'ora di non fare paragoni soltanto con chi sta peggio, ma anche con chi, senza proclami e senza chiedere 10mila spettatori, ha messo mano al portafoglio costruendo una squadra fortissima. Faggiano, ds del Parma, ha avuto a disposizione oltre 5 milioni di euro per il mercato: ha preso Ciciretti, Da Cruz per 3 milioni, chiuso per Morleo e quasi per Giannetti, gente di categoria superiore. L'Ascoli, penultimo, ha ricostruito l'attacco con Ganz e Monachello (spesa di oltre 2 milioni di euro), il Bari ha rifatto la difesa pescando in A, grandi colpi sono annunciati a Frosinone, Palermo ed Empoli senza dimenticare gli acquisti del Foggia, del Carpi e del Pescara.

E a Salerno?Si fatica anche a chiudere per due onesti calciatori di serie C che, certo, non sposterebbero più di tanto gli equilibri. Non sono soltanto i soldi o i grandi nomi a fare la differenza, sia chiaro: il Bari, l'anno scorso, è stato un vero e proprio flop e ha rischiato quasi di chiudere la stagione nella zona destra della classifica. In panchina c'era Colantuono, allenatore che in un mese poco o nulla ha dato alla squadra. Doveva essere garanzia di mercato, ad ora è tutto fermo e non ci sono novità. Anzi, è esploso il caso Bernardini e la Salernitana, un po' lenta nel rinnovare i contratti dei giocatori bravi (vedi Nalini), rischia di perdere un professionista serio e un ottimo calciatore. Parlare di riconoscenza è bello, ma appartiene ad un calcio che non c'è più: del resto anche Gori, Lanzaro e lo stesso Gatto, gente innamorata della maglia, è stata collocata altrove quando il percorso è finito.

Il caso Bernardini, il braccio di ferro con Rosina, un solo innesto: che succede?

Ora c'è da capire quale sia realmente il progetto. Se si vuole puntare ad un campionato tranquillo per poi investire e ripartire nella stagione del centenario basta dirlo: la gente aiuterebbe la Salernitana a salvarsi aspettando l'anno nuovo per vivere un sogno. Viceversa, se davvero si è ambiziosi, si spieghi alla piazza- che non vuole la A, ma solo chiarezza per non illudersi- perchè al 18 gennaio è arrivato, e dalla Lazio, un solo giocatore, quale sia il budget a disposizione della dirigenza per queste ultime due settimane, perchè ci si riduca sempre agli ultimi giorni e perchè non si punti sulle prime scelte pur essendo dodicesimi nella classifica del monte ingaggi. E i fardelli dei contratti di ZIto e Rosina non possono sempre rappresentare un alibi: giusto o sbagliato sono stati sottoscritti onerosi accordi pluriennali e i calciatori- che in campo hanno spesso giocato malissimo- hanno tutto il diritto di tutelare i loro interessi.

Sassuolo, Udine, Chievo modelli da seguire. Il Parma, neopromosso, sta investendo milioni e milioni di euro

L'entusiasmo della città è ai minimi storici, il dato della prevendita conferma che la gente non è più innamorata come prima della Salernitana e contro il Venezia gli spalti saranno praticamente deserti. Il primo campanello d'allarme era suonato dopo la vittoria di Avellino: in altri tempi sarebbe stata corsa al tagliando, ma per il big match col Frosinone ci furono appena 5000 paganti! Inutile rimarcare ciò che diciamo sempre: gli allenamenti a porte chiuse, le parole al miele di Lotito sulla Lazio, l'assenza sul territorio dei tesserati non favoriscono l'afflusso del pubblico e quel "Tutti uniti all'Arechi" proposto con successo e inspiegabilmente accantonato garantiva 3mila spettatori in più e tanti giovani sugli spalti con la maglietta e la sciarpa granata. Farsi del male da soli non serve e non aiuta. Lo ribadiamo ancora: farsi la "guerra tra poveri non serve", ma purtroppo Salerno è divisa tra "Pro" e "Contro" e sta imparando, soprattutto sui social, a non rispettare nessuno. C'è chi è a favore di tizio, c'è chi è contro caio: la verità assoluta non esiste, basterebbe rispettare chi tifa per la stessa squadra senza scadere in ripetitive ironie. Di certo c'è, però, che serve il salto di qualità da parte di tutto l'ambiente, non solo della società. Il Chievo, il Sassuolo, l'Udinese e altri club di A hanno vinto non solo perchè hanno speso, ma perchè hanno programmato ed investito su strutture, vivai e calciatori anche di categoria superiore. A ciò si è aggiunta la capacità dell'ambiente di far crescere calciatori e allenatori senza contestare al primo pareggio casalingo e dando tempo e modo ai patron di costruire un progetto che, se serio, richiede tempo.

Salerno ha tutto- e di più- per essere almeno a quei livelli, soprattutto con una società potenzialmente così forte sotto tutti gli aspetti e che la tifoseria, comunque, deve tenersi stretta perchè, piaccia o no, alternative non ce ne sono. E questo non significa "osanna a prescindere": la sensazione è che la piazza, stavolta e per la prima volta, sia in credito con Lotito e Mezzaroma. Altri 13 giorni per dare un senso a questo mercato, altre due settimane per rimettere le cose a posto: la base c'è, la competenza anche, l'importante è volerlo e non perdere ulteriore terreno. In fondo si è vicini ai play off, ma anche alla quint'ultima posizione..

Gaetano Ferraiuolo