Prima del futuro riscattare quello 0-2, poi una grande squadra

Cala il sipario: dare tutto contro il Palermo, poi zero alibi per tutti. Salerno è da serie A

Salerno.  

Ancora 90 minuti e calerà il sipario su una stagione che, derby a parte, ha regalato poche emozioni ai tifosi granata. Chi si aspettava un'asticella più alta rispetto al passato è rimasto deluso, del resto perdere Coda, Donnarumma e Gomis in un colpo solo rimpiazzandoli con giovani di belle speranze e un centravanti proveniente dalla Lega Pro non lasciava presagire, almeno sulla carta, la lotta per le prime posizioni. Bollini, tutto sommato, un segnale lo aveva lanciato in quella famosa conferenza e Mezzaroma, con grande onestà, ha ammesso che la classifica rispecchia il valore di una rosa forte davvero nel reparto difensivo, con uno Sprocati super nel motore, un Rosina ritrovato, ma anche con tante spinte e qualche lacuna. E' stato l'anno dei 12 risultati utili di fila, del gol di Minala, dei pareggi in rimonta, dello 0-0 di Frosinone, della vittoria sull'Empoli con 8 titolari fuori, dell'esordio in prima squadra di un ragazzo della Primavera, del bilancio in attivo, dell'arrivo di un allenatore dal palmares importante. E' stato anche l'anno del mercato di gennaio senza punta e grande centrocampista, del girone di ritorno senza mai avvicinarsi all'ottava posizione, dell'Arechi vuoto, dello strappo con Lotito e degli scialbi pareggi contro Ternana, Pro Vercelli e Ascoli. Alti e bassi che, però, in un'annata folle come questa hanno garantito per il quarto anno di fila la presenza della Salernitana in cadetteria. E non è poco, per chi conosce la storia.

Già, la storia. Nel campionato 1989-90 un Palermo con poco o nulla da chiedere al campionato venne a vincere per 2-0 al Vestuti facendo versare lacrime amare ad una tifoseria che temeva di perdere nuovamente il treno per la B. Proprio per questo, prima di pensare al futuro, la Salernitana è obbligata a scendere in campo domani per onorare la maglia cercando la vittoria come se fosse in palio una coppa o un posto nei play off. Perchè la gloriosa casacca granata ha tante piccole vendette sportive da consumare e nessuno deve venire a passeggiare in uno stadio che, in passato, vinceva le partite da solo spostando gli equilibri. E di vendette, l'anno prossimo, ce ne dovranno essere tante. Dal ritorno di Mandorlini alla sfida col Verona, senza dimenticare i tanti torti subiti con i gemellati del Bari e gli sfottò di un Foggia cheh a conquistato 6 punti su 6 e che si è dimostrato ostile dentro e fuori il rettangolo verde.

Per farlo servirà una grande Salernitana, più forte dei fattori imponderabili, degli arbitraggi spesso a senso unico e dello scetticismo di una parte dell'ambiente che getta sempre benzina sul fuoco, che vede disegni strani dappertutto e che ancora oggi fa tremendamente confusione ipotizzando campionati costruiti a tavolino per non salire in A in nome di un regolamento che ognuno interpreta a modo proprio, ma che non vieta alla Salernitana di vincere il campionato. La palla passa alla società che, in effetti, sembra essere partita col piede giusto: rinnovo a Bernardini, tanti calciatori attenzionati, investimento su Akpro, rinascita di Rosina, progressi per il settore giovanile, riunioni per una campagna abbonamenti-marketing efficace, budget importante e un Lotito che, pur fischiato da parte del pubblico, ci ha messo la faccia dicendo, a modo suo, che la società farà di tutto per allestire una rosa competitiva. La posizione più intelligente? Quella dell'attesa. Essere ottimisti a prescindere e guardare sempre chi sta peggio ora non serve, così come non serve essere disfattisti e pensare che l'erba del vicino sia sempre più verde. 

Salerno ha tutto per andare in A: una dirigenza esperta, una società economicamente fortissima, un allenatore che in B ha già vinto e che certo non firmava per vivacchiare, una città meravigliosa, un'amministrazione comunale che si sta riavvicinando dopo un leggero distacco, una tifoseria magnifica e che dodicesimo uomo lo è per davvero. Immaginate soltanto cosa sarebbe stato l'Arechi domani con la Salernitana in lotta per i play off: avrebbero dovuto aprire la curva Nord. Il Frosinone, invece, è andato a Brescia a festeggiare la A con 88 irriducibili, l'Empoli ha trionfato con una media di 4800 spettatori. E allora perchè disperdere un patrimonio potenzialmente da Europa League? Ora si batta il Palermo senza regalare nulla a nessuno, poi si pensi già al futuro tutti insieme, remando nella medesima direzione e tirando le somme a mercato concluso: conta solo il bene della Salernitana, non esista divisione tra pro e contro. Perchè in fondo, a prescindere da ogni presa di posizione, tutti vogliono che i granata vadano in A. O no?

Gaetano Ferraiuolo