Nell'ambito della giornata dedicata alla lealtà sportiva si è parlato anche del discorso relativo alla multiproprietà, tema molto caldo a Salerno e che, secondo qualcuno, potrebbe incidere negativamente sulla programmazione societaria. Assodato che il reato di frode sportiva prevede la consumazione anticipata, chiunque afferma che la Salernitana appositamente non voglia andare in serie A incorre, teoricamente, in una sorta di illecito, dal momento che accusa una società sportiva di stabilire a tavolino cosa fare durante il campionato. "Immaginate Lotito che mi chiama per dirmi che non vuole andare in A, io lo devo successivamente comunicare al mister e il mister deve dirlo ai calciatori. VI sembra una cosa normale? Solo un folle può continuare a credere a questa stupidaggine, ma ci siamo stancati e siamo pronti a denunciare chiunque lanci accuse diffamatorie, destabilizzanti e prive di fondamento" ha detto il direttore sportivo Angelo Fabiani ribadendo un concetto già espresso molteplici volte da Lotito e Mezzaroma. Del resto stravolgere la realtà è diventato uno sport assai gettonato, dal momento che, secondo qualcuno, dire che "arrivati in A dovrò cedere la società" equivale a sostenere che "in A non ci vogliamo e non ci possiamo andare". Naturalmente non è così.
L'avvocato Morescanti, apprezzata penalista e specialista nel diritto sportivo, nel corso della sua relazione ha parlato dell'importanza del ruolo del tifoso sostenendo che "chi sottoscrive un abbonamento è come se firmasse un contratto di fiducia con la società di calcio. Pensiamo a quello che hanno pensato milioni e milioni di persone che hanno speso soldi nel 2006 per assistere a partite spettacolari sul piano tecnico, ma che sono state oggetti di indagini e provvedimenti. Proprio per questo i calciatori e ogni tesserato sanno benissimo che in campo devono mostrare la massima lealtà sportiva". Ai nostri microfoni, invece, l'avvocato Morescanti ha ritenuto ingiusta la regola sulla multiproprietà dal momento che non è giusto, in tempi di crisi economica, impedire ad un imprenditore facoltoso di guidare un club di A per motivi di affinità. Per risolvere la questione pare siano state già studiate molte soluzioni: il trust è una delle piste più percorribili. Per ascoltare le dichiarazioni del noto legale cliccare qui, a partire dal minuto numero 5
Redazione Sport
