Non basterà una vita intera per rimarginare una ferita che, 22 anni dopo, fa ancora male da morire. Salerno, come accade ogni 24 maggio, ha ricordato i quattro tifosi granata morti nel rogo del treno che riportava a casa i supporters dalla trasferta di Piacenza. Al Garilli la Salernitana perse la serie A che aveva conquistato dopo 50 anni. Ma la perdita più grande arrivò poche ore dopo: nella Galleria di Santa Lucia, a pochi chilometri da casa, fu appiccato un incendio che provocò la morte di Vincenzo Lioi (15 anni), Ciro Alfieri (16 anni), Giuseppe Diodato e Simone Vitale di 23 anni. «Sono passati 22 anni da quella tragica mattina che sconvolse la nostra città. Il dolore per la morte di quattro giovanissimi salernitani è ancora vivo nella mente di tutti noi. E lo è forse ancor di più oggi, in questi giorni di grande gioia per i tifosi e la comunità tutta. Ciro, Enzo, Peppe, Simone: Salerno non dimentica», ha scritto sui social il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli. Il Comune, rappresentato dall'assessore Angelo Caramanno, e una delegazione della Salernitana, in mattinata hanno deposto un fascio di rose bianche e una ghirlanda di rose a forma di “A” sulle tombe dei quattro ragazzi. Un momento riservato che è stato l'occasione anche per manifestare vicinanza ai familiari delle vittime. Anche il Club Mai Sola, con il presidente Antonio Carmando, ha fatto visita al cimitero di Brignano, per deporre fiori sulle tombe.
Sui social anche gli ultras del Direttivo Salerno hanno ricordato i quattro angeli granata. «C'è un filo che lega cose apparentemente lontane. Alcuni le chiamano coincidenze, ma è un filo invisibile che lega ricordi ed emozioni. Emozioni, soffocate, dolorose che vorresti lasciare andare, liberare, come un vento impetuoso che tutto porta via. Ripensi, con la mente ritorni e vorresti urlare contro il vento... non doveva andare così quell'anno, non doveva andare così quel giorno.....Forse doveva andar così.
Non servono le parole. Silenzio. Batte il cuore.
Lo stavamo aspettando quel treno, su quella banchina dove tutti eravamo fermi e immobili a 22 anni fa, ad un treno che da quel maledetto tunnel doveva uscire. Vi abbiamo visto e per la prima volta non era fuoco assassino la luce che abbiamo scorto. Vi abbiamo visto come doveva essere e non fu, vi abbiamo visto cantare ebbri di felicità e con le bandiere sventolanti dai finestrini e le sciarpe al collo. E insieme a voi i tanti che non sono più al nostro fianco. E in un attimo immaginato adulti, uomini, padri vivere una vita che dovevate vivere e con una squadra da sostenere come geneticamente impresso in chi vive la nostra terra.
Vi abbiamo chiamato per nome tra la folla festante...Ciro, Peppe, Simone, Vincenzo...e come d'incanto si sono voltati tutti...perchè negli occhi e nel profondo di tutti eravate e restate lì e per sempre.
Sono lacrime il vostro ricordo, e come un attimo o l'eternità sono sempre tempo, dolore e gioia sono sempre lacrime.
Nulla vale più di una vita, nulla può lenire quel dolore così atroce.
Quel giorno, quella tragedia sarà difficile da cancellare impossibile da dimenticare.
Oggi più di sempre e per sempre, non vi dimenticheremo.
Direttivo Salerno».
