Una vera e propria maledizione. Un fattore che rischia di essere decisivo nella corsa alla salvezza della Salernitana. Il rigore fallito da Alberto Cerri all’83’ di Cesena-Salernitana rischia di essere un macigno da dover trascinare sotto l’aspetto mentale fino al termine della stagione. Dalla possibilità di ritrovarsi in zona playout, di dare una sterzata decisa al proprio campionato, in pochi secondi la squadra granata non solo ha incassato l’uno-due decisivo del Cesena ma ora è sprofondata addirittura al penultimo posto.
Al termine della gara la squadra è corsa ad abbracciare Cerri, riferimento offensivo che ora ha rovesciato i suoi numeri: dopo la trasformazione al 100’ con la Reggiana che fece esplodere l’Arechi, seguì l’errore con la Cremonese. Ci pensò la stoccata di Raimondo a regalare comunque i tre punti alla squadra granata e ad assolvere il numero 90. Ieri invece al Manuzzi la delusione era palpabile, difficile da cancellare.
Si tratta per la Salernitana del terzo errore stagionale dagli undici metri. Dopo i due falliti da Cerri, nel 2024 aveva aperto il conto Ernesto Torregrossa, facendosi ipnotizzare da Sava nella gara di Coppa Italia con l’Udinese terminata 3-1 in favore dei friulani e che sancì l’eliminazione dei granata dalla competizione. Un apporto tutt’altro che simile sulla stagione dei campani. La Salernitana 2024-2025 ha quindi emulato quanto successo nella stagione 2020-2021, quella culminata con la storica promozione in serie A: furono tre gli errori anche in quella stagione, con i penalty non trasformati da Djuric, Tutino e Di Tacchio. Per Cerri ora la speranza è di non replicare il rendimento di Raffaele Palladino: il trequartista napoletano nella stagione 2003-2004 toccò quota 3 rigori sbagliati sui 7 calciati.
