Un’esplosione di gioia. Il retropassaggio verso Battara e poi il triplice fischio finale accompagnato dal boato del Vestuti. Sono passati 35 anni da quel pari 0-0 con il Taranto che portò la Salernitana in serie B, 24 anni dopo l’ultima volta. Era la squadra di Don Peppino Soglia come presidente, ricordato settimana scorsa dall’associazione Macte Animo con una targa nella Hall of Fame all’ingresso nel vecchio tempio granata, di Giancarlo Ansaloni come allenatore, di Agostino Di Bartolomei come capitano e leader. Allora era un “Guidaci Ago”, esempio di classe e maestosità in mezzo al campo, l’uomo copertina di un successo che fece impazzire una città sulle note di “Vattene Amore”. Impossibile dimenticare Bruno Carmando, masseur dal cuore granata, e il magazziniere Alfonso De Santo.
A quel 3 giugno 1990, la Salernitana ci arrivò dopo un lungo testa a testa prima con la Casertana e poi con il Giare. Un campionato tiratissimo, sofferto, con il ko interno con il Palermo a macchiare il cammino prima del blitz esterno a Brindisi firmato Di Bartolomei. Fu una lunga attesa per la sfida con il Taranto che poi si trasformò in gioia liberatoria. Salerno vinse, festeggiò, si prese la B e scrisse una delle pagine più belle della sua storia.
