Salernitana, è il momento dell'equilibrio (dentro e fuori dal campo)

Al Massimino un ko che brucia. A Raffaele indicazioni su cosa correggere ma nessun dramma

salernitana e il momento dell equilibrio dentro e fuori dal campo
Salerno.  

Da una parte l’euforia del Catania che ora sogna in grande e si prepara alla sfida al Benevento. Dall’altra il morale sotto i tacchi di una Salernitana in piedi fino al gol di Cicerelli, per poi cadere giù al primo colpo etneo. Delle tante “partite nelle partita”, la Salernitana del Massimino è riuscita a perderle quasi tutte. Del coraggio, della determinazione e del piglio con il quale aveva approcciato molto bene per la prima mezz’ora il big-match in terra etnea solo briciole. Ci è voluta la giocata del campione, la punizione dai 30 metri di Cicerelli a baciare l’incrocio e infilarsi in porta, a far saltare il banco. Eppure, la Salernitana si recrimina la reazione da squadra che non c’è stata. Giocate individuali, testa pesante, ferocia non come nelle precedenti occasioni che hanno permesso le rimonte. Squadra lunga e sfilacciata, nel gioco così come nei pensieri, incapace di orchestrare con idee e costrutto un forcing continuo. I rimpianti aumentano se si pensa che nella seconda parte di gara, dopo il gol ingenuo realizzato da Forte e partito da una rimessa dal fondo di Dini, la Salernitana le occasioni per riaprire il match ne ha avute e anche di nitide. Niente da fare.

Ora serve equilibrio

Predicare calma è esercizio che a Salerno, dove ora il rischio è distruggere quanto di buono fatto fino ad ora, così come a Catania, dove l’entusiasmo è già dilagante, è fondamentale per poter vincere. Lo hanno ripetuto sia Raffaele che Toscano. Due piazze caldissime, legate indissolubilmente ai propri colori, con umori che sanno variare intorno a quelli che sono i risultati. Per la Salernitana non è crisi, né è delegittimare la partenza che è storia, anche con la sconfitta del Massimino, con uno score fatto di sette vittorie, un pareggio e due sconfitte. Perseverare, continuare a seguire la strada tracciata, riprendere a correre tutti insieme. Perdere a Catania è possibile. I “drammi” sportivi devono restare sul prato del Massimino. Ora conta solo ritornare a vincere.