“Quando parla la passione, tutto il resto tace”. Si chiudeva così la lunga nota della Curva Sud Siberiano che ha accompagnato la cartolina diventata già virale. Il web favorisce, con la scenografia messa in atto prima della sfida con la Casertana che ha fatto il giro del mondo, prendendosi come al solito applausi e complimenti. “Non servono parole, c’è solo Salerno”, il grido lanciato attraverso carta e colori e che ha coperto il settore inferiore del cuore pulsante dell’Arechi. Un monito che la Salernitana ha fatto suo, preferendo ancora una volta il campo all’ennesima settimana di vigilia di un derby sentitissimo più dagli avversari che dalla città. Sarà per lo status della squadra, sarà per il rango di una tifoseria che si è rimboccate le maniche e nonostante la grande doppia delusione sportiva si è stretta in un unico abbraccio alla sua squadra. Ma la forza della nuova Salernitana è anche in questo: gestione della pressione, poco spazio all’emotività soprattutto nelle marce d’avvicinamento alle partite, lasciando voce solo al campo.
Solidità e voglia di osare
“Non servono parole, c’è solo Salerno” è quello che Faggiano ha voluto inculcare nei suoi calciatori sin dalla scelta dei suoi pretoriani per una missione chiara: ritornare in serie B. La risposta che ha avuto sin qui sia sotto il profilo individuale che di gruppo è sotto gli occhi di tutti. Titolari o riserve, minutaggio totale o part-time, chiunque riesce a ritagliarsi il giusto spazio, essere protagonista in una corsa avvincente, con il secondo squillo fortissimo del Catania rispedito al mittente. Una Salernitana rock, più per la solidità di una squadra che incassa ma dà sempre la dimostrazione di sapere come e quando reagire, capovolgere i momenti difficili e farli suoi con grinta e personalità. Canta la Curva Sud Siberiano, festeggia l’Arechi. La Salernitana non ha grande voglia di parlare. Ma di sognare, quello sì.
