«Nel primo tempo abbiamo fatto tutto quello che avevamo preparato in settimana. Abbiamo messo un attaccante atipico come prima punta, siamo arrivati con molta qualità negli ultimi 25 metri. Sulla sinistra con Maggio volevamo alzare la qualità del gioco ma non ci siamo riusciti sempre. Nel secondo tempo la Salernitana ha cambiato modo di giocare e interpreti e ci hanno messo più difficoltà. A quel punto abbiamo capito che dovevamo portare a casa il punto. Sono felice del sacrificio messo in campo da questi ragazzi». Così Emilio Longo, allenatore del Crotone, ha commentato il pari dell'Arechi contro la Salernitana.
Una sfida speciale per il tecnico dei calabresi, salernitano di nascita. «Ho ricordato che 26 anni fa ero un 26enne che faceva la sua prima partita in Terza Categoria. E venimmo a fare una partita qui all’Arechi con il Pontecagnano contro la Salernitana. Ventisei anni dopo si è chiuso un cerchio. Speriamo di ritrovarci in categorie diverse, io sono stato in tutti i settori di questo stadio. Tutta la mia famiglia tifa Salernitana, vive la Curva. Nell’ultima partita vinta a Foggia ho detto a Rossi che io ero uno di quelli che lo aspettava per applaudirlo e lo faceva non solo quando si vinceva. Mi piacerebbe pensare che il gioco del calcio non risieda solo nel risultato ma anche nel gioco bello. Credo di aver onorato il fatto di essere un salernitano e di aver fatto una partita professionalmente importante. Un ricordo di Ricchetti? Ho conosciuto Ciccio Tudisco e Claudio Grimaudo e parlavamo spesso di Carlo Ricchetti. Fa parte della storia di questa città, verrà ricordato sempre».
Sulla corsa promozione: «Catania, Salernitana e Benevento partono in vantaggio ma ci sono almeno altre tre-quattro squadre che potrebbero inserirsi nella lotta per vincere. Vedremo con il passare del tempo se questi valori saranno confermati o meno».
