"Anche il bullo è una vittima e va aiutato"

Un albero speciale di pasqua all’istituto De Gruttola di Ariano Irpino, ecco perchè...

Ha riscosso grande interesse l’iniziativa, presentata all’interno dell’istituto De Gruttola di Rione Martiri Villa Caracciolo, diretto dal preside Pietro Petrosino...

Ariano Irpino.  

 

di Gianni Vigoroso

No alla prepotenza, all'oppressione fisica, all'intimidazione, alla deviazione e al bullismo. E’ nella scuola che si crea l’identità del cittadino del mondo. Un albero speciale di pasqua all’istituto De Gruttola di Ariano Irpino, un salice che assume un significato importante.

Ha riscosso grande interesse l’iniziativa, presentata all’interno dell’istituto di Rione Martiri Villa Caracciolo, diretto dal preside Pietro Petrosino.

“Un’antica leggenda narra che mentre Gesù s’incammina a fatica e dolorante con la croce verso il Golgota, madido di sudore e sangue, esausto ed impossibilitato nel cammino, s’accasciò per un attimo ai piedi di un maestoso salice, che protendeva i suoi rigogliosi rami verso il cielo a gongolarsi del sole. Questi impietositosi da tanta sofferenza, incurvò tutti i propri rami verso il basso proprio per aiutare il Signore a rialzarsi e a sostenerlo con le proprie fronde che rese docili e delicate.

Quando il cammino di Gesù riprese sotto la continua fustigazione dei soldati, il salice, addolorato e triste, rimase così. Impietrito e piangente per sempre, tanto da credere di essere “maledetto” per l’inutilità della propria azione misericordiosa.”

Il messaggio lanciato al De Gruttola alla presenza del parroco di Rione Martiri Don Costantino Pratola:

“In questo momento per noi il salice deve essere la metafora delle vittime del bullismo i cui bulli rappresentati dai quattro elementi della natura, terra fuoco, aria, acqua, che pur avendo nel proprio carattere delle potenzialità creative, a volte, anche per la violenza antropologica e spettatrice, comportano freddo secco, caldo secco, caldo umido, freddo umido. In tal modo aggrediscono la povera pianta  in una relazione di disuguaglianza di forza e potere per cui la vittima percepisce l’impotenza a difendersi e si piega timorosa al gruppo, perdendo la propria  autostima fino a considerarsi inadeguata, insicura, inutile senza rendersi conto di avere in sé una propria valenza nel creato.

Nella stessa misura dobbiamo considerare il fenomeno del bullismo soprattutto in ambito scolastico. Qui a causa di dinamiche familiari, di temperamento, di disturbi specifici, la vittima cade nel perimetro di azioni negative ed abietto dei bulli che, a loro volta inconsapevolmente alimentano il proprio disagio, agendo nel gruppo, con il gruppo e per mezzo del gruppo. Ciò indebolirà la singola identità a favore di quelle collettive, favorendo l’inibizione verso condotte negative e di responsabilità.

E’ su questi attori che la scuola deve agire, valorizzando le valenze personali, l’empatia, l’affettività, le relazioni sociali e familiari, la qualità del contesto socio ambientale.

E del bullo non considerarlo come un “cattivo”, ma come un individuo bisognoso di aiuto pari alla vittima e che parimenti cerca aiuto, lanciando segnali d’allarme con calo di rendimento scolastico, comportamenti devianti e difficoltà relazionali."