Non si piegò alla camorra, Campanello un eroe tra i giusti

Intitolato al sovrintendente irpino il carcere di Ariano

Riconosciuto vittima del dovere e della criminalità organizzata, intitolato a Pasquale Campanello la casa circondariale di Ariano Irpino..

Ariano Irpino.  

 

di Gianni Vigoroso

Non si piegò alla camorra, svolse fino in fondo il suo lavoro con impegno, serietà ed onestà fino a sacrificare la vita. Pasquale Campanello, un eroe tra i giusti. E' stato definito così il valoroso sovrintendente capo della Polizia Penitenziaria assassino da quattro killer l'8 febbraio 1993, al termine del suo turno di lavoro, mentre si accingeva a fare rientro a casa Aveva soli 32 anni. Stava prestando servizio all'epoca nel carcere di Poggioreale a Napoli, padiglione di massima sicurezza Venezia, dopo aver servito lo Stato, partendo proprio dal penitenziario arianese nel 1982 che da oggi porta il suo nome: "Casa Circondariale Pasquale Campanello Ariano Irpino". 

La cerimonia ufficiale stamane alla presenza di numerose autorità e vertici della polizia penitenziaria a partire dal direttore del dipartimento di polizia penitenziaria Santi Consolo, il quale ha portato i saluto attraverso una lettera, del Ministro della Giustizia Andrea Orlando.

Commozione da parte dei familiari. Così la vedova di Campanello, Antonietta Oliva, una donna esemplare e combattiva, conosciuta per il suo grande impegno nelle scuole all'interno dell'associazione Libera.

"Sono particolarmente commossa, per noi è motivo di orgoglio essere qui e scoprire la targa che tiene vivo il suo ricordo. Pasquale era una persona semplice, che ha svolto bene il suo lavoro, fino al sacrficio della vita. Una persona affettuosa in famiglia un papà eccellente. Valori, di onestà, libertà, rettitudine che vanno trasferiti agli altri, in modo particolare ai giovani. Con l'associazione Libera, racconto la sua storia nelle scuole, per fa si che lui riviva nelle nuove generazioni soprattutto."

A fare gli onori di casa, il direttore della struttura arianese Gianfranco Marcello, da anni impegnati in prima linea per dare un'immagine sempre positiva del carcere nonostante la cronica carenza di organico, ben nota a tutti.

Pasquale Campanello, si arruolò nel corpo degli agenti di custodia nel 1982. Dopo poco più di due mesi fu destinato al carcere di Ariano Irpino. Successivamente frequentò il corso di sottufficiale presso la scuola di Monastir e nel 1985 fu trasferito alla sede di Massa e poi assegnato al carcere napoletano di Poggioreale.

Ritenuto dai suoi superiori un elemento irreprensibile, era addetto al padiglione di massima sicurezza Venezia, nel quale erano reclusi diversi affiliati alla camorra.

Si distinse per l'intransigenza - ha detto nelle sue parole il solerte comandante della Polizia Penitenziaria Stefania Cucciniello - con la quale svolgeva il proprio lavoro. Fu proprio questo suo rigore basato sull'onestà la condanna a morte da parte dei clan."