Ricerca clinica: in Italia si investe poco e male

Ecco le proposte necessarie per tornare competitivi

“Fondamentale un percorso virtuoso che omogeneizzi strutture e procedure. Così anche le cure possono diventare più appropriate”

 

Burocrazia macchinosa, normative ambigue e contraddittorie, carenze infrastrutturali, inadeguata politica fiscale. In Italia la ricerca clinica rappresenta un settore fondamentale ma queste problematiche limitano le potenzialità di un Paese che è ormai costretto a fare i conti con una drastica diminuzione della competitività negli investimenti privati e nel panorama internazionale.

Da queste considerazioni è nato l’ultimo documento propositivo “Dentro la ricerca: la Persona prima tutto – Una proposta in 10 punti”, approvato da più di 209 Istituzioni e Associazioni e frutto della quinta edizione del Convegno Nazionale sulla Ricerca da Promotori no profit in Italia che si è tenuto a marzo 2018 presso il Ministero della Salute, promosso dalla Società Scientifica di Medicina Interna Fadoi (Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti).

La prestigiosa rivista scientifica Nature l’ha definito il “paradosso italiano”: lo Stato investe in ricerca e sviluppo una quota del Prodotto Interno Lordo (PIL) ben inferiore a quella degli altri principali Paesi (nel 2013 l’Italia al 16° posto fra i 28 Paesi UE), nonostante l’aumento costante delle eccellenze scientifiche, delle pubblicazioni sulle riviste di tutto il mondo e dei brevetti depositati.

Il Documento è nato con il principale obiettivo di proporre alcune indicazioni che possano risultare utili per la definizione dei Decreti attuativi correlati alla Legge 11 Gennaio 2018, n. 3 (“Legge Lorenzin”)che, a livello nazionale, rappresenta la principale e significativa novità in tema di sperimentazione clinica.

Promozione, semplificazione, formazione. Queste tre parole-chiave sintetizzano alcuni degli interventi che appaiono necessari: promuovere ricerche no profit finalizzate al miglioramento della pratica clinica attraverso un finanziamento costante e superiore a quanto stabilito finora e fissato come quota fissa del fondo annuale del Sistema Sanitario Nazionale; predisporre una modulistica unica nazionale, differenziata in base alla tipologia di studio, prevedere attività didattiche sulla metodologia della ricerca clinica già in ambito universitario con percorsi di apprendimento dedicato alla metodologia della ricerca clinica.

Da anni Fadoi è impegnata in iniziative di sensibilizzazione e analisi delle problematiche legate alla ricerca clinica in generale e a quella no profit in particolare, intese come attività di studio in campo epidemiologico, di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione e che riguardano la produzione di nuove esperienze in ambito di salute, nella sua totalità. Con la parola“Persona”, inserita nel titolo del Documento, ci si riferisce infatti non solo al cittadino-paziente a cui è rivolta la ricerca clinica, ma anche al professionista-ricercatore che la promuove e la conduce.

Potenziare la ricerca diffusa appare dunque fondamentale per rendere più incisivi i benefici che la ricerca scientifica può garantire a un Paese e ai suoi cittadini.

Fadoi, Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti, è una società scientifica di medicina interna attiva da oltre 20 anni. Conta circa 3000 iscritti e si caratterizza per un intenso impegno per la ricerca e la formazione.