Medici-Coas: "Moscati, Ospedale diventato campo di battaglia"

Il sindacato: "22 barelle in una stanza che ne può contenere 6-8"

Avellino.  

 

“Da mesi, la situazione dei locali del Pronto Soccorso è insostenibile, un ospedale non può diventare un campo di battaglia”.

È quanto dichiara in una nota l’ufficio stampa del sindacato Coas Medici Dirigenti. “Già a giugno 2018 è stato redatto un verbale e si è più volte sollecitato il responsabile del Pronto Soccorso, in quanto Preposto a salvaguardare la salute degli operatori e degli utenti, provvedendo, se necessario, di minacciare la chiusura dei locali, ormai diventati impraticabili per le numerose buche presenti nella pavimentazione, e di sollecitare l'amministrazione e l'ufficio tecnico a risolvere con urgenza i problemi logistici e strutturali del reparto”.

“Oltre ai gravi danni presenti nella struttura – denuncia il Coas – che rappresentano un elevato rischio di infortunio per gli operatori e per gli utenti, vi è un pericoloso sovraffollamento. In una stanza per le visite che può contenere al massimo dalle 6 alle 8 postazioni sono disposte ben 22 barelle con una promiscuità indicibile e nella più assoluta assenza di privacy. Questo naturalmente comporta un grave rischio biologico, clinico e fisico, per i pazienti e gli operatori che non hanno neanche lo spazio sufficiente per avvicinarsi alla barella per visitare i pazienti.”

“Chi è responsabile della gestione e della vigilanza – conclude il sindacato – dovrebbe rendersi conto che il PS Moscati non può essere ridotto a un campo di battaglia. I pazienti che afferiscono al PS sono molto spesso pazienti critici, facilmente vulnerabili, spesso anziani ed immunodepressi. Questa promiscuità e sovraffollamento in una stanza angusta può essere causa di gravi infezioni nosocomiali, tenuto conto anche che spesso questi pazienti soggiornano per lunghi periodi in pronto soccorso prima di trovare un posto in un reparto di degenza.

L’Ospedale ha il compito di salvaguardare la salute di chi vi si reca, non creare nuovi e spesso irrisolvibili problemi di salute”.