La Via Crucis in chiave moderna nel ricordo di Stefano Cucchi

Don Vitaliano Della Sala: "Dobbiamo interrogarci sulle ingiustizie e le fragilità di oggi"

Mercogliano.  

«Noi dobbiamo interrogarci e dire: "Io che posso fare per evitare che un'altra persona, un altro essere umano come me, venga crocifisso come è avvenuto duemila anni fa, come è avvenuto per Stefano Cucchi"». È il messaggio lanciato da Don Vitaliano Della Sala nella Via Crucis dedicata a Stefano Cucchi. Attraverso le parole dei cantanti di oggi (Fabrizio Moro, Luciano Ligabue, Marco Mengoni) e le immagini del film "Sulla mia pelle" che racconta l'ultima settimana di vita del geometra romano, la celebrazione nella Chiesa dell'Annunziata di Mercogliano.

«La Via Crucis non è uno spettacolo teatrale. Per noi che crediamo è il rinnovarsi di un'ingiustizia subita dal Figlio di Dio. La domanda da porci è: "Se fossi stato lì, a Gerusalemme, duemila anni fa, da che parte sarei stato". - ha affermato il parroco irpino - Probabilmente saremmo stati nella folla urlante. Lo stesso vale per le ingiustizie che accadono oggi, ai nostri giorni. Noi prendiamo spunto da quello che è successo a Stefano Cucchi, ma solo come metafora delle tante ingiustizie che accadono in Libia, nel Mar Mediterraneo, nei quartieri popolari delle nostre città, anche di Avellino e dei nostri paesi. Il tema è: "Tu da che parte stai. Stai dalla parte dell'innocente, del torturato, del maltrattato, del crocifisso e ucciso o stai dalla parte del carnefice". Con i ragazzi dell'oratorio e, spero, con tutti quelli che partecipano a questa Via Crucis, noi diremo che stiamo dalla parte dei poveri, degli indifesi, dei fragili, di chi subisce ingiustizie tutti i giorni. - ha spiegato Don Vitaliano - Noi dobbiamo interrogarci a proposito dei casi Stefano Cucchi e delle donne maltrattate, violentate, per i bambini abbandonati, indifesi e per tutte le fragilità della nostra storia recente. C'è un incattivimento, ma c'è tanta bontà. Oggi ci sono anche Cirenei che aiutano i crocifissi di oggi, ci sono tante Veroniche che asciugano il volto imbrattato dall'insulto, dal sangue, dagli sputi. E ci sono tanti discepoli che scappano via per paura. Ci sono persone che si compromettono per difendere per gli altri. Questo collega la Via Crucis di Gesù, di duemila anni fa, con le tante Vie Crucis che ancora oggi viviamo».