Biodigestore di Chianche: ennesimo ricorso al Tar

Resta acceso lo scontro in Irpinia e anche in Puglia

Ricorso al Biodigestore di Chianche del sindaco di Petruro Irpino e Montefusco, Gaetano Zaccaria e Giuseppe Lombardi. Ecco le motivazioni...

“La decisione assunta dalla Regione appare del tutto sbagliata, come pure il progetto presentato dal Comune di Chianche sembra assolutamente inopportuno e frutto di una valutazione superficiale dei molteplici interessi pubblici e privati presenti nell’area in cui si intende allocare l’impianto di biodigestione dei rifiuti. 

La progettazione del biodigestore è stata operata in modo del tutto unilaterale da parte del Comune di Chianche, che ha sempre, costantemente, pervicacemente ed immotivatamente rifiutato qualsiasi forma di confronto con i cittadini e gli Enti comunali vicini all’area in cui si intende insediare il biodigestore” si legge nel ricorso presentato dalle due amministrazioni comunali.

Le contestazioni sono innanzitutto di carattere tecnico: il sito prescelto dall’amministrazione comunale è situato:
– a meno di 100 mt. dalla Strada Provinciale 88 (unica strada che conduce a Chianche a molti Comuni della zona);
– a pochi metri dalla linea ferroviaria Benevento – Avellino;
– a 4,4 Km da Chianche;
– a 3,6 Km dal centro abitato del Comune di Altavilla Irpina;
– a 4,9 Km dal centro abitato del Comune di Petruro Irpino;
– a 5,8 Km dal centro abitato del Comune di Tufo;
– a 5,1 Km dal centro abitato del Comune di Ceppaloni;
– a poche decine di metri da abitazioni preesistenti;
– a poche decine di metri dal fiume Sabato;
– lungo un corridoio ecologico che collega tra loro il sito SIC del Bosco di Montefusco e il Parco regionale del Partenio;
– nel cuore dell’areale di produzione del DOCG Greco di Tufo”

I sindaci sostengono anche “sono, altresì, presenti nell’area decine di abitazioni sparse e innumerevoli appezzamenti di terreno vitati a Greco di Tufo. Nell’arco di circa cinque chilometri, dunque, insistono insediamenti abitativi, con scuole e servizi ai cittadini, ed imprese agricole di assoluto valore”.

Il punto cardine è la mancanza di dialogo dell’amministrazione comunale di Chianche guidata dal sindaco Carlo Grillo con la comunità e gli enti preposti. “Nessun confronto procedimentale il Comune di Chianche e la Regione Campania hanno irresponsabilmente ed immotivatamente attivato:
– con i Comuni dell’area di riferimento (i quali, pure, hanno sempre contestato, anche giudizialmente, la decisione del Comune di Chianche);
– con i cittadini della zona (che avrebbero il diritto di esprimere il loro parere su un intervento così rilevante per la vita della Comunità della Valle del Sabato);
– con l’Ente Parco Regionale del Partenio (a tutela del territorio del Parco);
– con l’Autorità di Ambito Calore Irpino (la quale ha il compito di salvaguardare il Fiume Sabato);
– con l’ARPAC (che ha il compito di sviluppare attività di monitoraggio, prevenzione e controllo orientate a tutelare la qualità del territorio e favorire il superamento delle molteplici criticità ambientali segnalate anche in passato con riferimento al Fiume Sabato);
– con Rete Ferroviaria Italiana (la quale gestisce la tratta ferroviaria che è situata a pochi metri dal sito ove è localizzata la linea ferroviaria che collega Benevento ad Avellino con sedici corse giornaliere);
– con il Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia (organizzazione interprofessionale che ha il compito di tutelare, valorizzare e curare gli interessi generali relativi anche alla DOCG Greco di Tufo, nel cui areale di produzione ricade interamente il territorio del Comune di Chianche;
– con l’Ambito Territoriale Ottimale di Avellino – Ente d’Ambito per il servizio della gestione integrata dei rifiuti urbani (il quale avrebbe dovuto senz’altro essere coinvolto nello svolgimento del procedimento in questione nell’ambito delle competenze di pianificazione, programmazione, organizzazione e controllo sulle attività di gestione del ciclo integrato dei rifiuti della Provincia di Avellino che gli competono per legge e statutariamente);
– con – la Provincia di Benevento (considerato che Chianche confina territorialmente con Ceppaloni)”.

“La realizzazione del biodigestore a Chianche e la scelta assunta dalla Regione Campania, quindi, umiliano e calpestano la concertazione territoriale e la leale collaborazione tra Enti, sacrificando i cardini del corretto esercizio dell’azione amministrativa in nome di interessi mai espressamente dichiarati ma che appaiono chiaramente in contrasto con l’impegno che le Amministrazioni comunali della Valle del Sabato stanno ponendo in essere da decenni per innescare processi di sviluppo virtuoso, eco-compatibile e rispettoso delle specificità ambientali, sociali e culturali della zona.

L’impianto in questione – precisano i primi cittadini – è stato progettato in modo irresponsabile nel cuore dell’areale di produzione della DOCG Greco di Tufo, in un’area di grande pregio ambientale ed agricolo che va tutelata e preservata da qualsiasi speculazione possa porre a repentaglio l’eccellenza del contesto di riferimento. Gli ingentissimi danni che la realizzazione di tale impianto può determinare a carico dei cittadini e dei Comuni vicini a Chianche non sono stati minimamente valutati dalla Regione e, cosa ancor più stupefacente, neppure sono stati rappresentati dal Comune di Chianche negli atti progettuali presentati. Negli elaborati tecnici presentati alla Regione dal Comune si è fornita una rappresentazione del contesto di riferimento del tutto superficiale ed avulsa dalla realtà.

La scelta assunta dall’Ente regionale, peraltro, appare chiaramente contraddittoria e contraria rispetto a quanto previsto dalla medesima Regione Campania nel Piano Territoriale Regionale, nel Piano Regionale dei Rifiuti ed ignora completamente le prescrizioni e le destinazioni funzionali assegnate alla Valle del Sabato dal Ptcp della Provincia di Avellino.

Appare evidente, quindi, che sia la Regione che il Comune di Chianche, in modo del tutto immotivato ed irragionevole, hanno ignorato le specificità ambientali del territorio, il pregiatissimo contesto agricolo di riferimento, le esigenze di sviluppo armonico del sistema produttivo dell’areale del Greco di Tufo, la necessità di tutelare e preservare un contesto ambientale ed eco-sistemico unico nel panorama territoriale provinciale e regionale.

La decisione assunta dalla Regione Campania di non sottoporre a via il progetto presentato dal Comune di Chianche rifiuta di considerare e valutare attentamente tutti i profili menzionati e finge di ignorare le innumerevoli criticità che la realizzazione del biodigestore determinerebbe per i per i cittadini e gli imprenditori delle Comunità vicine a Chianche.

I Comuni di Montefusco e Petruro Irpino, quindi, ritengono assolutamente necessario il coinvolgimento diretto di tutti gli Enti competenti ed interessati (primo fra tutti l’Ente d’Ambito dei rifiuti urbani presieduto dall’Arch. Valentino Tropeano), direttamente ed indirettamente, dalla realizzazione del biodigestore di Chianche e non intendono accettare supinamente gli effetti di una scelta amministrativa scellerata ed irresponsabile, lontana dal sentimento civico delle Comunità amministrate, dalle esigenze ed interessi dei cittadini e degli imprenditori di una Terra, quella della Valle del Sabato, che merita, invece, di essere preservata e valorizzata per l’eccellenza e la qualità dei suoi prodotti, per il pregio ambientale dei suoi territori, per il valore della sua cultura e delle sue tradizioni agricole”.

Scontro acceso anche nella Valle del Cervaro. E' Savignano Irpino, in località Ischia, area già tristemente nota per le note vicende del 2004 il probabile sito candidato ad ospitatare un eventuale impianto.

Il primo a scendere in campo è stato l'ambientalista arianese Anselmo La Manna: 

"Per protestare nella difesa del nostro territorio, io venni arrestato e portato in carcere, dove rimasi quatro giorni, adesso un biodigestore si fa avanti a Savignano nello stesso luogo oggetto di numerose "battaglie feroci" nel 2004 contro la sciagurata decisione della Provincia di Avellino di far sorgere una grande discarica nella Valle del Cervaro.

Solo dopo tante manifestazioni contrarie dove fu protagonista il sindaco di Panni Leonardo  De Luca. Da ricordare anche l'intervento nella sala Consiliare del Comune di Panni dell'ex sindaco Ercole Rainone .Determinante e decisivo si rivelò l'intervento dell'allora Governatore della Puglia Nichi Vendola nei confronti del Prefetto di Napoli Pansa e così la realizzazione della discarica fu trasferita a Savignano paese in località "Pustarza" sulla strada Savignano-Monteleone. La disponibilità di Savignano sia pure tardiva (ci sarebbe già un finanziamento di un milione e mezzo di euro della Regione Campania ) sarà materia di discussione nelle prossime settimane anche perchè vi sarebbe il parere favorevole di alcuni sindaci. Per quando riguarda l'affidamento della gestione le ipotesi in campo sarebbero tre: l'affidamento diretto "in house" ad una società interamente pubblica, una gestione "mista",pubblico-privata - e infine la gestione totalmente privata attraverso una gara. Staremo a vedere sperando nell'intervento degli organi istituzionali quali il Comune di Panni, della Provincia di Foggia e della Regione Puglia."

E la Puglia è già sul piede di guerra, così come accaduto anni fa sia sul fronte rifiuti che sulla frana di Montaguto. Il primo a lanciare un duro messaggio è stato il sindaco di Panni Pasquale Ciruolo.

"La totale incapacità della Regione Campania in materia di rifiuti sembra far tornare alla ribalta il sito di contrada Ischia , località famosa di mille battaglie contro la realizzazione della mega discarica.
Sembrerebbe che L’Ato di Avellino vorrebbe realizzare un impianto Biodigestore, (praticamente sempre merda), sul sito di contrada ischia.Forse si è dimenticato un aspetto importante. Quell'emendamento al governo presentato dal compianto senatore Camelo Morra che recita:

"La realizzazione di impianti in materia di rifiuti progettati da una regione a confine con un’altra regione deve acquisire obbligatoriamente il parere della regione confinante , oltre al fatto che il sito interessato è parte integrante dell’autorità di bacino della regione Puglia. Detto questo se verrà data la disponibilità del sito, ognuno si assumerà tutte le responsabilità di fronte a tutti i cittadini della valle del Cervaro e troverà nel sottoscritto, nell’amministrazione comunale di Panni ed in tutto il popolo pannese un nemico assoluto."

Il sindaco di Savignano Irpino Fabio Della Marra si è espresso così in merito alla vicenda:

"Parto dal concetto che determinati impianti debbano essere realizzati, a Savignano o altrove, in quanto sono fondamentali, per chiudere il ciclo integrato dei rifiuti. In qualità di sindaco e consigliere d'ambito dell'Ato rifiuti, ho proposto all'assemblea, quelle che potevano essere le soluzioni sull'impiantistica, ma ciò non significa candidare il proprio paese, in quanto questo dovrà avvenire con la volontà dei consigli comunali e delle popolazioni. A prescindere da tutto ciò resto convinto del fatto che innanzitutto, non si parla di rifiuto. Non bisogna come sempre strumentalizzare e credo che vi sia bisogno di educazione, coscienza e conoscenza dei fatti per poter essere informati e non cadere quindi nel banale. Qui si parla di impianti ad alta tecnologia che devrebbero essere gestiti con una certa attenzione, controlli seri. Impianti che non producono alcun danno alla salute. La scelta di località Ischia? E' l'unica area infrastrutturata, sulla quale si potrebbe immaginare di realizzare un impianto."

La minoranza attraverso il consigliere firma Armando Marinaccio, ha indirizzato una richiesta di chiarimenti al sindaco Fabio Della Marra e al responsabile della prevenzione, corruzione e trasparenza Rpct, segretario comunale Maria Gabriella Piscopo.   

Oggetto: Disponibilità del Comune di Savignano Irpino ad ospitare un Biodigestore anaerobico presso "Una fabbrica di gesso non più attiva dal 2004". Richiesta di accesso agli atti L.241/90.

"Lo scrivente Armando Marinaccio, capogruppo consiliare della lista Arcobaleno "Insieme per Savignano" anche a nome di altri consiglieri del gruppo: "Visto dalla stampa: "Il Comune di Savignano Irpino ha dato la disponibilità ad ospitare un biodigestore anaerobico nell'area industriale già totalmente infrastrutturata e nella quale insisteva una fabbrica di gesso non più attiva dal 2004". Una disponibilità che il sindaco del comune della Valle del Cervaro, Fabio Della Marra ha "ufficializzato" attraverso una pec inviata ai componenti del Consiglio d'Ambito. Saranno settimane di confronti intensi e di scelte che auspicabilmente dovranno essere assunte nella sede giusta, ovvero l'assemblea dei sindaci. Ma è "l'irruzione" di Savignano il fatto destinato a far discutere e a diventare, forse, anche un caso politico. Si chiede per l'espletamento dei compiti istituzionali, il rilascio di copia di tutti gli atti, documentazione e corrispondenza (pec,mail ecc) posti in essere da quest'amministrazione comunale."