Lutto Esposito."Pensiero puro e libero, la tua lezione"

L'ultimo saluto al professore Luigi Esposito a Portici. Il ricordo

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Certi uomini nascono diversi, nascono veri. Prendono una strada e la seguono. Un’idea di vita che non cambia mai. E’ a loro che tutti gli altri guardano con ammirazione, come fari che illuminano la notte che c’è in ognuno. Ieri il professore Luigi Esposito ha smesso di brillare. 

Un lungo e sentito applauso, all’uscita del feretro, ha scandito l’addio del professore Esposito, alla vita terrena. Ad applaudire amici e parenti di un uomo autentico che, come ha detto il parroco durante il funerale, ha saputo vivere una vita permeata di valori e idee vissute e praticate con fedeltà sincera.

Difficile dirgli addio. Difficile dire addio al Professore Luigi Esposito, Gigi per tanti, militante politico dagli ideali veri, voce autentica e fiera di quel modo di agire e pensare, che solo i veri appassionati di un certo modo di fare politica possono vivere, sentire e dire di aver praticato. 

E' stato capogruppo dei Verdi al Consiglio Comunale, assessore all'ambiente e alle politiche agricole, membro di Lega ambiente e del circolo Arci Rocco Scotellaro e consigliere regionale delle Acli. Nella Chiesa delle Carmelitane Piazzale della Provvidenza in Viale Leonardo da Vinci a Portici l’ultimo saluto, con la lunga e sentita lettera scritta e letta dalla già sindaco di Ercolano Luisa Bossa.

Tra i banchi profondamente addolorato c’era anche il Consigliere Regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli  che nell’abbracciare Lucia Vigorito, ex moglie del compianto Esposito e madre del suo adorato figlio Luca, ha detto: “Se n’è andato uno di noi, uno dei Verdi, un combattente per la pace, un ambientalista e uno dei primi obiettori di coscienza in Italia. Siamo addolorati. Lo sono anche e soprattutto io in prima persona. Ci siamo sentiti fino a poche settimane fa nella maniera speciale che abbiamo sempre avuto. Scambiandoci idee su quanto fatto e sul da farsi, Ascoltavo attentamente le sue idee, costante fonte preziosa di ispirazione per la nostra azione, che trovava sempre la piena convergenza di ideali”. La voce di Borrelli è stata una delle tante, che hanno voluto ricordare il politico e l’uomo, l’amico di tante tantissime persone, che hanno voluto portare il loro tributo di stima e affetto. Come Francesco Capozzi, professore e critico cinematografico di 696 tv Ottochannel, amico sodale di Luigi Esposito. 

“Io e Gigi ci siamo conosciuti quando eravamo bambini - ricorda con malcelata emozione il professore Francesco Capozzi -. Siamo nati nello stesso giorno, in due anni diversi. Io nel 1949, lui il primo dicembre di esattamente un anno prima. Una infanzia, la nostra, trascorsa nel fervente entusiasmo di un gruppo di ragazzetti, cresciuti nella azione cattolica. Tutti e due, insieme, abbiamo vissuto una esperienza bellissima che ci ha formati come uomini: l’azione cattolica e l’oratorio.

Tutto accadeva a due passi dal Mercato di Portici, in una zona molto particolare della nostra città, dove in pochi metri si raccoglieva l’essenza di una società speciale e vivace fatta di gente del popolo, ricca borghesia, impiegati e commercianti. Un affresco umano completo, fatto di arti, mestieri, ricchezze e povertà. C’era via Casaconte, una parallela di Via Libertà , un po’ "sgarrupata", dove si assiepavano famiglie rumorose e numerose, che provavamo ad assistere fornendo servizi di doposcuola ai bambini”.

L’infanzia di due amici diventa il racconto speciale della crescita di un gruppo di giovani e del cambiamento della città.

«L’amicizia nel suo senso autentico resta uno dei valori fondanti della sua e della mia vita - spiega Capozzi -. Ero  legato a Gigi, a suo fratello Ugo e sua sorella Rosa. Insieme scorrazzavamo in quella villa, che affaccia su via Casaconte. Eravamo amici sodali anche di altri due fratelli Umberto e Gianni Di Mauro. La loro famiglia ci offriva merende dal sapore indimenticabile, mentre scorrazzavano tra la villa e via Casaconte. Siamo diventati col tempo molto più che amici.  I suoi valori sono diventati i miei e viceversa, in un rapporto dialettico e di grande arricchimento reciproco basato sulle nostre specialissime affinità elettive”. 

Nella chiesa affollata c’erano davvero tutti gli amici a Portici. 

«Luigi è sempre stato un uomo molto cattolico, profondamente cattolico, ma mai bigotto - continua Capozzi -. Ha sempre scelto e approfondito la dottrina sociale della chiesa, che nella sua anima veniva elaborata come prisma illuminante di valori, idee e iniziative. Tutto partiva da uno studio appassionato, meticoloso e sentito dei documenti più importanti del concilio Vaticano II e di altri momenti fondanti della chiesa. Di Luigi ricorderò sempre la sua straordinaria umanità. La sua indole autenticamente pacifista. Le sue letture, la sua tesi su Mario Capitini, che restano letture altamente performanti per chi, come noi, ha sempre amato lo studio di un certo tipo di filosofia e politica. Non c’è dubbio. Gigi era un uomo di cultura enorme e sterminata. La sua competenza si strutturava su letture infinite e attente di tanti campi dello scibile. 

Amava andare a fondo nelle conversazioni, con quella propensione alla precisione che rendevano autentiche le conversazioni. Solo con lui accadeva tutto questo». 

La straordinaria semplicità del professore Esposito si è testimoniata negli anni in brani di autentica bellezza nell’impegno a scuola. Tantissimi gli attestati di affetto e stima dei suoi adorati alunni.

“Quando ho saputo della sua morte ho a lungo riflettuto sulle nostre letture appassionate di di Dostoevskij -conclude Capozzi -.

 

Gigi era come il principe Miskin amava il bene, ricercarlo, rintracciarlo nel suo prossimo. Il bene e l’amicizia, l’affetto permeava i suoi pensieri, la sua ricerca di luce in quelle zone d’ombra dell’essere umano avveniva costantemente. Sempre e comunque - spiega Capozzi -. Ci si innamora subito del principe Myskin di Dostoevskij come di Gigi, un nome che prevede già delicatezza nella sua immediatezza. Il mio amico Gigi aveva un’anima pura proprio come questo principe, senza mai rendersi conto della propria specialità. Gli altri ai suoi occhi, invece, apparivano sempre tutti così interessanti e ricchi, persino quelli più vuoti e spietati.

Nei confronti di questo amico principe proverò sempre immutato affetto e stima. Era sempre a caccia delle motivazioni profonde che motivavano le scelte di una persona. Amava parlare e conoscere il suo prossimo, con quella semplicità assoluta di contatto che lo rendevano unico. La sua, no, non era curiosità banale, come la lezione di Don Milani che tanto aveva studiato, amava prendersi cura del suo prossimo. Gigi mi piace raccontarlo così: un uomo potente nel rapportarsi al suo prossimo, acuto e sottile nelle sue letture e immensa cultura, autorevole in quei suoi silenzi che intercalavano le sue lunghe, infinite e costanti chiacchierate. E’ stato un vero pensatore cattolico, che è riuscito a rendere laici pensieri cattolici”.

Oggi l’ultimo saluto ad un professore, un acuto pensatore, un lettore appassionato di filosofia e molto altro, un politico militante, un pacifista, un padre, un marito, un fratello e soprattutto un amico. Amico di tanti, molti. 

Diceva un pensatore cinese ci sono morti e morti, alcune sono leggere come una piuma, altre pesanti come una roccia. Che dire quella di Luigi Esposito è stata pesante come una roccia. Ogni persona ha avuto un pensiero profondo ricordando qualche acuta riflessione del professore Esposito. Tutti riuniti e colpi dall’importanza della morte di Gigi, del nostro Gigi.