Covid-19: nuova stretta nei controlli e un disperato appello

"Non ci dimentichiamo degli anziani nei vicoletti del centro storico soli e chiusi in casa"

covid 19 nuova stretta nei controlli e un disperato appello

La segnalazione...

Ariano Irpino.  

Nuova stretta nei controlli stamane da parte delle forze dell’ordine Imponente il presidio dei carabinieri a Cardito, all’imbocco del piano di zona coordinato in prima linea dal comandante di stazione, maresciallo maggiore Angelo Famiglietti. In auto rigorosamente una sola persona per andare a fare la spesa o recarsi in farmacia.

Ritirate anche oggi decine di autocertificazioni per essere poi sottoposte a verifiche. Situazione sotto controllo ovunque. E intanto arriva un appello affinchè non vengano lasciati soli in questo momento di forte difficoltà, gli anziani che risiedono nei vicoli del centro storico. Viene rivolto un appello a volontari e forze dell'ordine affinchè vengano effettuati passaggi mirati in queste zone al fine di verificare le condizioni di queste famiglie barricate in casa. 

Da non sottovalutare questa segnalazione che ci è pervenuta da chi vive fuori dall'Irpinia e non può raggiungere la zona rossa: 

"Carissimo Gianni, grazie per il lavoro che stai svolgendo per la “nostra” comunità arianese flagellata da questo maledetto virus che sta stravolgendo la vita del Tricolle quanto quella dell’Italia intera. Il mio è un disperato appello per i miei genitori che da più di una settimana sono chiusi in casa fra i vicoletti del centro storico in sorveglianza sanitaria obbligatoria. C'è chi come mio padre i primi di marzo è stato in contatto con il compianto Don Antonio e dopo una settimana ha cominciato ad avere febbre alta che, nonostante tachipirina ed antibiotici prescritti dal medico di base, persiste e non lo abbandona. Vale la pena evidenziare che l’unica persona che può prestargli assistenza è mia madre, cardiopatica, diabetica e con una forma cronicizzata di artrite reumatoide. Alla tenera età di 79 anni, ha dovuto imparare a fare le punture. Purtroppo negli ultimi tre giorni papà ha cominciato a bere con il contagocce e mangia poco e niente, mamma è disperata perché lui sta precipitando in uno stato di torpore sempre più profondo limitando le comunicazioni a poche e bofonchiate parole, spesso senza senso. Il 118 si è messo in contatto con mamma il 26 marzo ma, siccome non ha problemi respiratori, non è stata mandata una equipe se non altro per vedere come stesse e soprattutto se avesse bisogno di terapie aggiuntive rispetto a quelle già fatte. Ieri, 27 marzo, il medico di base è andata a trovarli riscontrando papà affetto da uno stadio iniziale di polmonite prescrivendo di continuare la terapia antipiretica/antibiotica. Lo stato confusionale nel quale papà sta precipitando molto probabilmente è dovuto ad una forma acuta di disidratazione che potrebbe essere risolto con semplici flebo di soluzione fisiologica e glucosio, ma chi gliele potrebbe mai fare se non mamma? Ho provato a contattare un’infermiera ma, essendo sprovvista dei necessari Dpi, a tutela anche delle altre persone che assiste, costernata mi ha suo malgrado dovuto indirizzare nuovamente al 118. Ad oggi nessuna assistenza efficace, nessun tampone e mamma sta crollando psicologicamente. L’epilogo credo si stia profilando all’orizzonte. Mi pongo alcune domande: quante persone anziane si trovano nelle stesse condizioni nei vicoletti del centro storico? Possibile che se non sei Covid  positivo non vieni assistito in alcun modo? Il Comune o l’Asl cosa aspettano a pubblicare un elenco di personale infermieristico che, dotato dei previsti Dpi, possa prestare comunque assistenza a tutte le persone isolate in casa? Ti prego di continuare a dare voce alla comunità ed ai deboli."

Ed è ciò che continueremo a fare, con la speranza che questa richiesta di aiuto possa essere accolta da chi di competenza, con estrema urgenza, prima che sia troppo tardi. 

E c'è chi come Elena De Miranda pone un'altro problema:

"Se il vecchietto del centro di Ariano trova l'ufficio postale chiuso, non ha la macchina e non vuole disturbare nessuno, come fa con la pensione, premesso che abbia il rifiuto mentale del Atm? Premesso che possa utilizzare i mezzi pubblici (e non so fino a che punto), per raggiungere la filiale aperta, ma a questo povero Cristo chi glielo comunica? Non è polemica. Magari una navetta davanti la Posta no?