"Non è giusto morire così"

Un lunedì di maggio tristissimo per Ariano Irpino

non e giusto morire cosi

Un fulmine a ciel sereno per Ariano...

Ariano Irpino.  

Si è accasciato al suolo senza più rialzarsi ed è accaduto per uno strano scherzo del destino nel luogo a lui più caro, la campagna con i suoi vigneti.

A stroncare la vita di Oto Tortorella, 48 anni, giovane professionista arianese è stato un infarto fulminante. Era al lavoro in quell'azienda agricola condivisa con i suoi amici a Brecceto dopo anni di sacrifici e passione, tra vigneti, uliveti, prodotti della terra e una cantina. Si perché  la vera passione di Oto era quella del vino. "Qui a Casa Brecceto siamo sempre in fermento, vogliamo divertirci ed emozionare." Era questo il suo motto.

Tanti sogni e progetti portati avanti con grande impegno. Persona umile, sposato con Maria Elena Grasso segretaria comunale al Comune di Zungoli e padre di due bimbe dolcissime di due e sette anni. Famiglia molto conosciuta e stimata in città il cui nome è associato a tante opere importanti dal punto di vista storico ed architettonico. Ma nonostante questo particolare Oto era rimasto sempre una persona semplice, colta e innamorata profondamente della sua terra. 

Una notizia che ha addolorato la sua famiglia i tanti amici in un momento già particolarmente triste e confuso legato al dramma della comunità arianese sul quale negli ultimi giorni non era mancata l'attenzione di Oto. Questa era stata la sua riflessione come sempre attenta, pacata e propositiva sull'attività di screening in corso in città: "Era da fare dal primo giorno. Comunque ci siamo arrivati, meglio tardi che mai. Senza lo screening a tappeto avremmo continuato a contare 5/6 contagiati! al giorno per mesi. Ora è importante partire presto e dare il risultato del tampone, quando il sierologico è positivo, al massimo il giorno dopo. Non dopo 10 giorni come ora, altrimenti la catena non si interrompe mai. Arianesi non abbassiamo la guardia ora, dai dai dai!"

E ci sarà stato anche Oto nell'ultimo week, tra quell’esercito di arianesi, che si sono sottoposti al test sierologico per difendere la propria vita svanita per sempre in un triste lunedì di maggio. Non è giusto morire così...