In Irpinia un’eccellenza nella rieducazione dei detenuti

Il deputato Generoso Maraia in visita al carcere di Sant’Angelo dei Lombardi

in irpinia un eccellenza nella rieducazione dei detenuti

L'altra faccia del carcere

Sant'Angelo dei Lombardi.  

"Stamattina, insieme al mio collega deputato del Movimento 5 Stelle Pasquale Maglione, ho visitato la casa circondariale di San’Angelo dei Lombardi, un carcere all’avanguardia per i suoi progetti di reinserimento sociale dei detenuti." Ad affermarlo in una nota, il deputato irpino Generoso Maraia

"Ho potuto constatare, accompagnato dalla direttrice Marianna Adanti, che i detenuti sono impegnati in molti progetti lavorativi e formativi, perché la pena detentiva possa davvero avere la funzione rieducativa che la Costituzione le assegna.

All’interno della casa circondariale sono presenti una carrozzeria con annessi officina meccanica e lavaggio, una tipografia che produce il materiale di cancelleria per l’amministrazione penitenziaria in tutta Italia, una produzione agricola con trasformazione di pomodori, marmellate e miele e una piccola produzione di vino fatta in collaborazione con una cantina sociale locale.

Il progetto più ambizioso è probabilmente quello della “Sartoria Borbonica Penitenziaria”, grazie al quale i detenuti vengono formati per la realizzazione di capi in seta di alta sartoria.

Nel corso della mia visita - continua Maraia - ho insomma trovato una struttura penitenziaria attiva, che rispetta la dignità e i
bisogni dei detenuti, attenta al reinserimento nella società dei detenuti stessi. Una struttura che può essere
presa a modello per tutti gli istituti penitenziari italiani, che è anche aperta al territorio nel quale opera
grazie alla partecipazione di cooperative e aziende locali.

Sarà mio impegno - conclude Maraia - attivarmi con il Ministero della giustizia perché l’istituto possa avere una classificazione corrispondente alle attività di alto livello messe in campo. Sarebbe opportuno, inoltre, dare all’istituto la possibilità di avere una Partita Iva, in modo da poter vendere al pubblico i prodotti realizzati dai detenuti."