Stadio e nuovo assessore, Cipriano: "Narrazione onirica di Festa"

Le perplessità del leader dell'opposizione sui progetti per il Partenio e il brand Avellino

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Avellino.  

Il nuovo stadio Partenio continua a dividere politicamente la città di Avellino. In consiglio comunale è arrivato l'ok alla pubblica utilità del progetto ma l'opposizione nutre ancora grandi perplessità sull'opera.

I dubbi sul nuovo Partenio

A cominciare dal leader della minoranza Luca Cipriano. “Premesso che anche io in campagna elettorale ho sostenuto fortemente l'idea di un nuovo impianto e certo non la rinnego ora ma, detto questo, ci sono parecchie zone d'ombra. Innanzitutto, come opposizione, abbiamo presentato ben 16 emendamenti ma la maggioranza non ci ha minimamente ascoltato. Poi penso che siamo di fronte a un progetto troppo sbilanciato verso il privato".

"Qui non si è ben capito se dovrà essere costruito un nuovo stadio oppure un grande centro commerciale con all'interno un piccolo stadio. Questo rischia di uccidere definitivamente il tessuto commerciale della città, già in crisi. Si pensi a bilanciare meglio le agevolazioni per D'Agostino.Parliamo di 20mila metri di centri commerciali, sembra che non ci stiamo esprimendo su un impianto sportivo. Il nuovo stadio, infatti, sorgerà circondato da negozi e altre strutture che poco avranno a che fare con lo sport".

Cipriano parla anche di “clima onirico incarnato dalla maggioranza nella narrazione delle cose. Tuttavia – aggiunge - per un progetto come questo ci vuole chiarezza e concertazione che fino a questo momento è mancata”.

"Il Brand Avellino non esiste"

Ma Cipriano ne ha anche per la nomina del nuovo assessore al Brand, Barbara Politi. “Altro che Brand Avellino, forse il sindaco si è confuso con il brandy. La città, in tema di offerta culturale e turistica non esiste”. Luca Cipriano particolarmente critico sulla nomina della Politi.

A lei, pugliese di Lecce, il ruolo di rilanciare l'immagine della città ma per Cipriano il sindaco Festa non ha uno straccio di programmazione e continua a circondarsi di tecnici che non conoscono la realtà locale. “La città in questo momento non ha nulla vendere sui mercati nazionali e internazionali”.