Ma passerà mai ? Non la nave per partire da Ipazia ma il fiume maleodorante di liquami che inquina la città ferita a morte dall'idiozia e dalla cafonaggine di ignoranti, pappagallini e ambiziosi senza il senso del Limite?
I cittadini riprenderanno possesso di quella che un tempo fu Avellino? La sua fauna si risveglierà dal letargo ?
Frattanto occhi proprietari tessono intrighi mentre cialtroni, ignobili suggeritori e sicofanti si spiano fra loro.
Come ad Olivia "la menzogna non è nel discorso, è nelle cose".
Ora bandiere ai balconi, entusiasmi carioca ed emozioni spontanee ed innocenti - calcio, miracoloso calcio! - servono ad applaudire impresari dell'affare e a coprire l'afrore che invadente opprime l'antica Piazza del Popolo oggi Piazza della Vergogna e le segreterie di associazioni familistiche, popolate probabilmente da sfacciati stipendiati del boss-system, che imprudentemente si definiscono partiti.
Tra tanta ignominia riusciremo a scendere dall'ottovolante per riprenderci il futuro ? Serve il riscatto democratico e consapevole dei cittadini onesti. Null'altro ? Forse.
*La cartolina proposta è dell'estate 1918 e la conservo da mezzo secolo tra i miei libri. Alcuni riferimenti alle "Città invisibili" di Italo Calvino sono espliciti ma non per il branco di zotici che sopravvivono penduli alle appendici della politica.
L’autore è professore ordinario di Letteratura italiana nell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.
