La mano invisibile… che non comanda più
Gianluca Festa, ex sindaco e attuale regista ombra della politica avellinese, ha recentemente tenuto una conferenza stampa di rara umiltà: ha spiegato, in sintesi, che comanda lui. Ma solo sulla carta, evidentemente. Perché mentre proclamava il suo “totale controllo” sull’amministrazione della sindaca Laura Nargi, lei – con grazia da ventriloqua e mossa da prestigiatore – lo ha bellamente ignorato. Decisioni, delibere, conferenze, incontri istituzionali: tutto senza avvisare il “padre politico”, che ora più che ex sembra il suocero scavalcato alle nozze.
Il potere è come l’amore: se devi dire che ce l’hai, è perché non ce l’hai più.
Angelo D’Agostino: l’appaltatore senza appalto
Nel ruolo del gentiluomo offeso, ecco il presidente dell’U.S. Avellino, Angelo D’Agostino. Si era offerto – bontà sua – di fare i lavori di riqualificazione dello stadio Partenio con le sue aziende. Gratis no, ma quasi. Eppure, tra un «grazie presidente» e un «sappiamo cosa fare», la sindaca ha tirato dritta e i cantieri li farà partire lei, con soldi regionali e modalità proprie. L’aria tra i due, dicono, è diventata più fredda della tribuna scoperta a gennaio.
D’Agostino, dicono le voci, è rassegnato. Gli auguriamo di non restare con il cerino in mano e la Serie B da giocare a Frosinone. Come Totò al mercato, avrà guardato il cartello: “Stadio. Occasione”. Ma il banco non era il suo.
La sindaca pettina le bambole? No, scuce i nastri
Laura Nargi aveva promesso che «al Comune di Avellino non pettiniamo le bambole». Vero. A giudicare da come ha disinnescato in poche settimane i due “maschi alfa” della scena cittadina, più che pettinare bambole ha tagliato fili, corde e microfoni. Ha ringraziato De Luca per i 2 milioni, ha snobbato ANCE con garbo istituzionale («ma i nostri uffici sanno cosa fare»), ha detto sì alla vendita dello stadio, no al project D’Agostino, e ha avviato le procedure in piena somma urgenza. Da sola. O quasi.
La morale (provvisoria): Avellino non è Hollywood
È il paradosso perfetto: Gianluca Festa che crede di essere il regista, D’Agostino il produttore, e Nargi... la protagonista che ha riscritto la sceneggiatura senza fargliela leggere. Intanto la città assiste al solito spettacolo con biglietto già pagato, mentre si consuma l’ennesima operazione “sportiva” che ha tutto il sapore di un investimento immobiliare malcelato.
Ma tranquilli, è tutto per il bene comune. Come sempre.
