Pochi, maledetti e… neanche subito: Jump chiuso dopo 7 anni

Quando la burocrazia frena anche i progetti per i giovani, tra attese infinite e verbali contestati

pochi maledetti e neanche subito jump chiuso dopo 7 anni

Il progetto “Jump – Benessere Giovani” del Comune di Avellino doveva essere un’occasione di crescita per i ragazzi. Finanziato con fondi europei, si è impantanato in anni di controlli, rimandi, silenzi e solo oggi arriva una timida luce verde

Avellino.  

C’era una volta un progetto per aiutare i giovani. Si chiamava Jump, aveva un bel nome, pieno di entusiasmo, e una missione nobile: far crescere competenze, stimolare idee, dare slancio ai ragazzi campani. Il Comune di Avellino ci ha creduto, ha presentato il progetto, ha coinvolto le associazioni, ha vinto il bando. E i soldi? C’erano. O almeno così pareva.

150.000 euro in tutto. Di questi, 105.000 euro arrivano subito (cioè, per la burocrazia, “entro l’anno solare”), poi altri 30.000 in seconda battuta. Ne restano 15.000: il famoso 10% finale, quello che nella migliore tradizione italiana si trasforma spesso in una caccia al tesoro.

E infatti, quando il progetto è finito (pandemia permettendo) e tutto è stato rendicontato, il saldo è rimasto bloccato. La Regione ha detto: “Aspettate, dobbiamo controllare”. Poi ha detto: “Abbiamo controllato e 14.199 euro non ci convincono”. Poi non ha detto più nulla.

I partner del progetto, intanto, hanno continuato a bussare alla porta del Comune: «E i nostri soldi?». Alla fine hanno mandato un avvocato, con una diffida ufficiale. E così il Comune si è trovato in mezzo: da una parte la Regione che non risponde, dall’altra i partner che vogliono solo quello che spetta loro.

Morale della favola? Dopo sette anni dalla nascita del progetto, il Comune anticipa 500 euro (cinquecento, sì) per pagare il saldo all’Unione degli Studenti di Avellino. Ma attenzione: non sono soldi nuovi. Sono soldi vecchi, riciclati da un altro fondo europeo, il POC 2014-2020, creato apposta per “salvare” quello che la burocrazia ha dimenticato nei cassetti.

Alla fine, ci tocca riscrivere il proverbio. Altro che “pochi, maledetti e subito”. Qui siamo a pochi, maledetti e neanche subito, tra sigle in codice, verbali contestati, rendicontazioni caricate sul portale, e PEC senza risposta.

E se i ragazzi, nel frattempo, sono cresciuti e sono diventati adulti? Pazienza. Per la burocrazia, il tempo non è mai un problema. È solo una variabile da rimodulare.

Postilla finale

A mettere (forse) la parola fine sulla vicenda è arrivata la determinazione dirigenziale appena pubblicata sull’albo pretorio del Comune di Avellino. Con essa si dispone il pagamento del saldo residuo di 500 euro in favore dell’associazione partner UDS, specificando che la somma è coperta dai fondi riprogrammati della Regione Campania a valere sul Programma Operativo Complementare 2014-2020.

Insomma, dopo sette anni, è ufficiale: i soldi sono pochi, maledetti e... certificabili.