C’era una volta un presidente della Provincia che sognava in grande. Non ponti, non scuole, non strade. Ma magliette. Magliette da calcio, beninteso. Di quelle che i calciatori indossano mentre corrono sul campo, sudano, cadono e, se proprio va male, cambiano categoria. Sulla maglietta, accanto allo sponsor tecnico e a qualche birra analcolica, ci sarà presto un logo: quello della Provincia di Avellino. E non sarà gratis. Prezzo dell’operazione: un milione di euro. E qui parte la sigla: ta-dà!.
Il protagonista di questa fiaba alla rovescia si chiama Rizieri Buonopane, presidente uscente (e ormai più “sedicente” che “presidente”) della Provincia, eletto dal centrosinistra. Il destinatario del generoso obolo è Angelo Antonio D’Agostino, presidente dell’Avellino Calcio e, cosa assai curiosa, anche capo del partito avversario: Forza Italia. In pratica, Buonopane ha scritto un assegno alla concorrenza. Un milione per favorire la cultura, dicono. La cultura del pallone.
A leggere la delibera, che pare uscita dalla penna di Achille Campanile sotto psicofarmaci, si scopre che questa sponsorizzazione ha finalità altissime: promuovere biblioteche, musei, pinacoteche e, perché no, il turismo delle radici. Perché si sa: se uno vede il logo della Provincia sulla maglia del terzino sinistro dell’Avellino, viene preso da un’irrefrenabile voglia di consultare un manoscritto medievale alla Biblioteca Capone. È scienza. Il tutto, ovviamente, per “rafforzare la comunicazione istituzionale nei luoghi dove le istituzioni non arrivano”: tipo la curva Sud. Dove l’unica comunicazione che funziona è il gesto dell’ombrello.
Ma attenzione: il colpo di teatro è tutto politico. Non è una burla bipartisan, come vorrebbero farci credere. No, questa è una mossa chirurgica, degna di un Richelieu in salsa irpina. Il buon Rizieri — che ha finito i santi e le Madonne nel centrosinistra — potrebbe prepararsi al magheggio, la traversata del deserto in direzione Arcore, passando per via Tagliamento. D’Agostino riceve soldi, Buonopane spera in un posto al sole. Tutti contenti. Tranne gli elettori di centro sinistra. E i sindaci coerenti. E i contabili.
In questa commedia dell’assurdo, l’unica cosa vera è l’assegno. Non di quelli disegnati come nei fumetti del “Signor Bonaventura”, ma elettronico, firmato digitalmente, in perfetta regola con il codice dell’amministrazione digitale. E pensare che Bonaventura almeno il milione lo riceve alla fine, come risarcimento dopo mille disgrazie. Qui invece si paga in anticipo, e i guai cominciano adesso. La domanda che aleggia tra le stanze del Palazzo e le gradinate del Partenio è solo una: “Ma davvero, Presidente?”
E la risposta, a quanto pare, è sì. Con tanto di giustificazioni scritte in burocratese stretto: valorizzazione del territorio, gettito extratributario, sinergie comunicative, visibilità internazionale. Mancava solo la lotta al colesterolo. Alla fine, tutto torna. Il logo della Provincia finisce sulla maglia, il nome del presidente finisce sui giornali, il milione finisce… eh, quello finisce e basta.
Prossimo episodio: Buonopane pettina l'armocromista di Elly Schlein, che non ha visto arrivare il milione a Forza Italia, mentre sulla fascia (rigorosamente a destra) il segretario Nello Pizza e il consigliere regionale Maurizio Petracca arrancano all'inseguimento dei sindaci che cambiano maglietta e ruolo. Ma stavolta, i nostri, riusciranno almeno a pareggiare?