Come cambia il modo di informare ogi, come riuscire a rendere i giovani protagonisti del tempo nuovo grazie a nuovi modi di informare, che riescano a sfruttare nuovi mezzi e strumenti. Se lo sono chiesto esperti e operatori dell'informazione, protagonisti del mondo della formazione scolastica e giovani al circolo della stampa, in occasione del corso di Formazione dell'Ordine dei Giornalisti della Campania, guidato da Ottavio Lucarelli.
Buona informazione nell’epoca della Generazione Z
I giovani si informano, ma usano strumenti diversi. Adattarsi senza cedere a facili richiami di visibilità su social e piattaforme la grande sfida che stanno vivendo i giornalisti. A portare ad Avellino il corso la componente dell'Ordine dei Giornalisti della Campania Alessandra Malanga che ha voluto proporre un momento formativa che fosse strumento di lavoro per chi ogni giorno informa, utilizzando i mezzi di comunicazione vecchi e nuovi.
I giovani si informano, ecco come
«Direi che è fondamentale parlare alla Generazione Z – ha spiegato Alessandra Malanga, consigliere dell’Ordine – anche da mamma. Ho due figli gemelli che si informano, ma non attraverso i canali tradizionali. Usano social, podcast, YouTube. Questo comporta rischi: non sempre sanno distinguere tra una notizia e una fake news. Ecco perché dobbiamo esserci anche noi, con i nostri strumenti, la nostra deontologia, la nostra affidabilità».
Il codice dei giornalisti si adatta ai tempi
«La professione continua ad attrarre i giovani, ci sono tanti ragazzi che vogliono diventare giornalisti – ha ricordato Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine regionale – ma serve chiarezza: l’informazione non si confonda con i blog o i post. La stessa professione si adatta ai tempi che cambiano. Abbiamo un nuovo codice deontologico che affronta temi come l’intelligenza artificiale e la rappresentazione della violenza di genere. Non è solo un documento, è uno strumento per proteggere il nostro lavoro e chi lo riceve».
I social zona franca
Lucarelli ha anche messo in guardia dai rischi della disinvoltura online: «I social non sono una zona franca. Il nostro Consiglio di disciplina riceve esposti, e la maggior parte riguarda i comportamenti sui social. La deontologia vale sempre, non solo quando si firma un articolo».
La scuola ruolo strategico
«L’educazione civica digitale è una priorità – ha detto Fiorella Pagliuca, dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale –. Gli studenti devono imparare a riconoscere le fonti affidabili. Ma i giornalisti devono adeguarsi senza cambiare pelle e senza sacrificare il grande modello di autorevolezza per la difesa della libertà e verità che rappresentano. E anche i docenti devono aggiornarsi, perché l’informazione è parte della formazione culturale; e i giornalisti devono entrare nelle scuole per informare, come si è sempre fatto, con professionalità e competenza».
Giannone Codiglione: serve presa di coscienza da parte di chi gestisce le piattaforme
Giorgio Giannone Codiglione, docente di Diritto delle Nuove Tecnologie all’Università di Salerno, ha richiamato l’attenzione sugli aspetti giuridici: «I contenuti viaggiano veloci, ma questo non significa che siano liberi da responsabilità. Ogni parola pubblicata ha un peso, e i giovani devono saperlo». Il professore Giannone Codiglione ha fornito elementi necessari per capire cosa regolamenta il nuovo modo di informare, illustrando cosa sia accaduto a livello globale con l'avvento dei social media e nuove piattaforme. "La connessione continua, l'immediatezza dell'informazione i social media, l'avvento degli influencer prima e dei creator digitali poi, l'irruzione di TikTok e delle sue regole. Il mondo attuale viene attraversato da una rivoluzione rapida e incontenibile. Credo serva una presa di coscienza da parte di chi gestisce le piattaforme per garantire il mondo dell'informazione - ha spiegato il docente -. Ma serve anche la capacità di chi fa informazione di interpretare i nuovi tempi e di utilizzare nuovi linguaggi e strumenti. Il tutto senza diventare Mercanti dell'Informazione ma restando fedeli al proprio ruolo, deontologia e competenze".
Dello Iaco e i dati su come cambia l'informazione
Un contributo concreto è arrivato anche dal mondo del Servizio Civile. Antonio Dello Iaco ha ricordato che «è importantissimo anche come un’informazione viene veicolata. In questo senso, la figura del Social Media Manager può aiutare il lavoro del giornalista, rendendolo più efficace, più adatto al contesto». Dello Iaco ha fornito dati e approfondimenti sul tema, elencando strumenti utili per capire come creare efficaci modi di informare ai tempi attuali.
In chiusura, Simonetta Ieppariello, della Commissione Cultura dell’Ordine, ha indicato una direzione chiara: «Abbiamo il dovere di recuperare il dialogo con una generazione che non rifiuta l’informazione, ma che chiede un linguaggio autentico, diretto, comprensibile. Senza superficialità, ma anche senza arroganza. Da bravi artigiani dell’informazione e senza cedere ai facili richiami e sirene della visibilità a tutti i costi sui social».
