Unimpresa: "Dopo 45 anni resta dovere prevenzione e memoria"

Paolo Longobardi. "A distanza di quasi mezzo secolo la ferita resta una lezione civile e politica"

unimpresa dopo 45 anni resta dovere prevenzione e memoria

Il monito del presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi...

Avellino.  

"Sono passati 45 anni da quella notte del 23 novembre 1980 che sconvolse l'Irpinia e gran parte del Mezzogiorno, lasciando dietro di sé macerie, dolore e un Paese intero in ginocchio. Fu una delle pagine più drammatiche della storia repubblicana, non solo per l'entità del sisma, 6,9 gradi della scala Richter, ma per la lentezza dei soccorsi, per le promesse mancate e per il senso di abbandono che si diffuse nelle aree interne del Sud. Oggi, 45 anni dopo, resta il dovere della memoria e della prevenzione".

Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. "A distanza di quasi mezzo secolo - sottolinea - quella ferita resta una lezione civile e politica. Perché la memoria non può essere solo un rito, ma un impegno quotidiano. Significa investire nella sicurezza antisismica, riqualificare le infrastrutture, pianificare lo sviluppo dei territori fragili. Significa, soprattutto, mettere fine alla logica dell'emergenza permanente, che riappare puntuale dopo ogni tragedia naturale. Le zone colpite allora, l'Irpinia, la Basilicata, parte della Puglia e del Salernitano, sono ancora oggi simbolo di un'Italia dimenticata, fatta di borghi che si spopolano e di giovani che partono".

"La prevenzione non è soltanto ingegneria e cemento, ma anche politica di coesione, lavoro, istruzione e servizi.

Ricordare l'Irpinia, quarantacinque anni dopo, significa riaffermare un principio elementare: la sicurezza e la dignità delle comunità non possono dipendere dal caso o dalla fortuna geografica. È un dovere dello Stato e una responsabilità collettiva che non può più essere rimandata", conclude il presidente di Unimpresa.