Ariano: Antonio porta la luce alle Olimpiadi

La sua storia, semplice ma straordinaria, è un esempio per tutti i ragazzi come lui

ariano antonio porta la luce alle olimpiadi

Antonio è già un campione dell'inclusione. La sua partecipazione al grande e affascinante viaggio della fiamma olimpica Milano-Cortina 2026, tra i 10.000 tedofori e tedofore, insegna che di fronte alle difficoltà della vita, non bisogna mai fermarsi.

Ariano Irpino.  

Antonio Grazioso, 14 anni, di Ariano Irpino è un ragazzo a suo modo fortunato. Su diecimila candidati è stato scelto come tedoforo in occasione della Milano-Cortina. Antonio è un simbolo umano tra i simboli sportivi e olimpici. La sua storia, semplice ma straordinaria, è un esempio per tutti i ragazzi come lui, autistici e neurodivergenti, che affrontano la quotidianità con coraggio e determinazione. Antonio è la luce che spezza il buio della sofferenza della diffidenza del pregiudizio. Lui porta la luce che rischiara le tenebre umane. Antonio è già un campione dell'inclusione. La sua partecipazione al grande e affascinante viaggio della fiamma olimpica Milano-Cortina 2026, tra i 10.000 tedofori e tedofore ci insegna che di fronte alle difficoltà della vita, non bisogna mai fermarsi e arrendersi.

Ne sono convinti fermamente i genitori, emozionatissimi dopo la lieta notizia.

“Che sia un esempio e un incoraggiamento per tutte le altre famiglie che vivono la nostra stessa situazione, con la certezza che anche i nostri ragazzi possono partecipare ad attività e vivere le stesse esperienze dei loro coetanei nonostante le difficoltà. Non è solo l'emozione della partecipazione di Antonio ma un’esortazione  agli altri genitori a non mollare.

Di fronte alle difficoltà - affermano i genitori Paola e Domenico - c'è sempre la paura, la tentazione di abbandonare, perchè credi di non farcela, il percorso è pesante è lungo ed è facile abbattersi, ma alla fine sono proprio i ragazzi a darci forza.

Tutto quello che si semina alla fine si raccoglie. Genitori che si sacrificano con terapie, medici, con tutto ciò che possa garantire in qualche modo un livello di autonomia.

Abbiamo presentato la sua candidatura per questo motivo: lui ha una grande passione per lo sport, dal nuoto alla pallavolo, fino alla preparazione atletica. Ragazzi come lui possono vivere una vita piena e simile a quella degli altri, se vengono loro offerte le giuste opportunità. E se un comitato organizzatore dei giochi olimpici invernali così importante e prestigioso ha creduto in lui, significa che tutti noi possiamo farcela. Non si tratta di esaltazione, ma di un autentico messaggio di inclusione.

Un ringraziamento va alle società Oceanika nuoto Sturno, Gsa Pallavolo Ariano e al preparatore atletico Nico La Luna per aver contribuito a sviluppare in Antonio l’amore e la passione per lo sport. Per noi questo è stato molto importante.

Rappresentare l'Italia in una competizione mondiale è una emozione forte. L'inclusione è fondamentale per questi ragazzi.

A livello locale manca ancora un’adeguata attenzione alle famiglie che vivono quotidianamente la complessità della gestione delle fragilità dei propri figli, così come la promozione di iniziative sul territorio capaci di rispondere al meglio alle esigenze e ai bisogni dei nostri ragazzi. Questo evento dimostra che, quando ci vengono offerte opportunità, sappiamo farci trovare pronti. Per noi è una grande fonte di soddisfazione.

E quale migliore regalo di Natale, per Antonio, la sua famiglia e quanti vivono come lui una condizione di difficoltà".

Così il team del centro studi Riability, frequentato da Antonio, una grande realtà sul territorio che opera con serietà, impegno e maturata esperienza.

“Per Antonio, portare la fiaccola olimpica rappresenta molto più di un gesto simbolico: è il riconoscimento di un percorso lungo e impegnativo, costruito giorno dopo giorno grazie alla sua costanza, alla forza della sua famiglia e al lavoro di tutte le persone e dei professionisti che hanno creduto - e continuano a credere - in lui.

Portare la fiaccola significa essere riconosciuto come parte della comunità e affermare che il vero successo non è arrivare primi, ma arrivare insieme. La staffetta olimpica, fatta di tanti passaggi diversi, diventa così la metafora di una società inclusiva, in cui le difficoltà non si cancellano ma si trasformano in opportunità, e in cui esistono possibilità reali quando sono sostenute da impegno, competenza e inclusione.

C’è poi la determinazione, quella quotidiana e spesso invisibile, che non si misura in traguardi sportivi, ma nella capacità di affrontare ogni giorno sfide che non finiscono sulla linea d’arrivo. Per molti bambini autistici - e per le loro famiglie - ogni giornata è una piccola gara di resistenza, adattamento e coraggio. Portare la fiaccola rende finalmente visibile questa forza silenziosa”.