"Il Natale è una luce che non si spegne, restiamo accanto a chi è fragile"

E' il giorno di Santo Stefano in cui si rafforza il legame della famiglia

il natale e una luce che non si spegne restiamo accanto a chi e fragile

Annunciare il vangelo oggi significa essere lievito di fraternità e di speranza nei luoghi concreti della vita, attraverso presidi umili ma tenaci...

Ariano Irpino.  

E' il giorno di Santo Stefano, un momento importante subito dopo il Natale in cui si ricorda il primo martire cristiano me nello stesso tempo diventa occasione per proseguire le celebrazioni e rafforzare il legame della famiglia. 

"Le comunità della nostra diocesi, sparse come luci discrete lungo le strade del territorio, sono un vero presidio del Vangelo: non per occupazione degli spazi - scrive il vescovo Sergio Melillo nella seconda parte della lettera di Natale, (qui puoi leggere la prima pubblicata ieri) - ma per la qualità della presenza, per la capacità di prendersi cura, di restare accanto, di custodire le fragilità.

Le parrocchie, l'evangelizzazione attraverso i servizi caritativi, educativi e di prossimità sono luoghi in cui il Natale continua ad accadere: non solo quando celebrano, ma quando accompagnano, quando tengono aparta una porta, quando non lasciano soli. 

Il cammino sinodale nasce da qui: dall'ascolto che diventa presenza. Ci scopriamo pellegrini, ma non sradicati, in cammino ma non dispersi. Siamo sostenuti dalla presenza degli altri e chiamati a essere, a nostra volta, presenza affidabile, segno che il Natale di fa concreto ogni volta che qualcuno resta accanto. 

Annunciare il vangelo oggi significa essere lievito di fraternità e di speranza nei luoghi concreti della vita, attraverso presidi umili ma tenaci. 

Come ricorda Sant'Agostino, "camminando insieme, perchè siamo sostenuti".  E' questo lo stile del Natale, una luce che non si spegne, una strada condivisa, una promessa affidata a chi sceglie di restare".