L’errore e la misericordia, l’altra faccia del carcere. Giovanni, Lello, Giacomo, Ilir. Tutti e quattro sono caduti e hanno incontrato nel loro percorso di vita chi gli ha rivolto una mano tesa, per rialzarsi.
Detenuti nel penitenziario di Ariano Irpino, fanno parte integrante del progetto di solidarietà e inserimento lavorativo, “Costruiamoci un futuro”, fortemente voluto dal Vescovo della diocesi di Ariano - Lacedonia, Sergio Melillo, dal direttore della Caritas diocesana don Rosario Paoletti, dal direttore della casa circondariale di Ariano, Gianfranco Marcello e dalla Cooperativa sociale Artour diretta da Pasquale Scrima.
Nell’ambito di questo progetto è stato inaugurato, nel cuore della città, a pochi passi da Piazza Duomo il laboratorio “Ceramica Arianese Libera”, finanziato con l’8x1000 alla Chiesa Cattolica e con il 5x1000 alla Cooperativa sociale Artour.
La bottega della ceramica è stata collocata in un locale del museo diocesano, in via Annunziata, e produrrà stazioni della Via Crucis e oggetti di arte sacra, con l’obiettivo di formare i detenuti, che una volta scontata la pena potranno riprendere in mano la propria vita avendo acquisito una nuova professionalità. Formatori, il maestro ceramista Gaetano Branca, che nella giornata inaugurale ha tenuto una dimostrazione pratica dell’arte Raku e il maestro Flavio Grasso.
Gianni Vigoroso
