Trovato ferito e congelato a terra in casa tra i rifiuti

Dopo la morte di Angelo ad Avellino, rocambolesco salvataggio di un 60enne in Irpinia

Tutto è partito dall'allarme lanciato da un vicino di casa il quale ha contattato il sindaco del comune di Carife Carmine Di Giorgio, dopo essersi preoccupato per l'assenza dell'uomo...

Carife.  

Lo hanno trovato congelato e ferito, accasciato al suolo nella camera da letto tra sacchetti, cartoni e rifiuti sparsi ovunque in condizioni igienico sanitarie inverosimili. Un tugurio più che una casa.

Quella di oggi poteva essere la seconda tragedia della solitudine e abbandono, nel giro di poche ore in Irpinia dopo la morte di Angelo ad Avellino ma fortunatamente grazie ad una vera e propria sinergia tra le istituzioni e tempestività dei soccorsi è stata evitata.

Tutto è partito dall'allarme lanciato da un vicino di casa il quale ha contattato il sindaco del comune di Carife Carmine Di Giorgio, dopo essersi preoccupato per l'assenza dell'uomo, un sessantenne operaio della comunità montana dell'ufita. Da qui l'immediata attivazione della macchina dei soccorsi da parte dell'amministrazione comunale.

Sul posto sono giunti i sanitari del 118, i carabinieri con in prima persona il comandante della stazione di Castelbaronia Giovanni Calandro, la Polizia Municipale e i Vigili del Fuoco di Ariano Irpino. Sono stati questi ultimi a sfondare la porta d'ingresso dell'abitazione dell'uomo, situata nel Rione DL 75. Il 60enne era immobilizzato ad una gamba, disidratato e affetto da paresi a causa delle temperature rigide delle ultime ore. Uno scenario raccapricciante quello che si è presentato agli occhi dei Vigili del Fuoco. Ancora una notte in queslle condizioni assai precarie e forse non ce l'avrebbe fatta a sopravvivere. 

Una volta liberato, è stato subito affidato alle cure sanitarie del 118 e trasportato immediatamente al Pronto Soccorso dell'ospedale Sant'Ottone Frangipane. Attualmente è sotto osservazione, ma non in pericolo di vita. Attivati subito i servizi sociali e tutte le istituzione preposte per garantire una adeguata assistenza futura all'uomo, non più in condizioni di poter vivere in quel tugurio.

Una vita da clochard quella di quest'uomo e che solo grazie all'immediatezza dei soccorsi e alla sinergia tra le istituzioni non è finita in tragedia. Ma ora bisognerà guardare con attenzione al suo futuro attraverso una sistemazione dignitosa. La speranza è con ognuno faccia la sua parte a partire dai servizi sociali.

Gianni Vigoroso