Massacra i genitori con l'ascia inneggiando Satana: assolto

Corte d'Assise di Avellino ha assolto il 27enne di Frigento: è incapace di intendere e di volere.

Il vizio di mente è stato ritenuto totale al momento dei fatti. Decisivo quanto evidenziato dal collegio peritale composto da tre esperti. Ora il giovane si trova in una struttura riabilitativa irpina.

Frigento.  

 

di Andrea Fantucchio 

Ha massacrato i suoi genitori con calci, pugni e colpi d'ascia. I giudici lo hanno assolto: è incapace di intendere e di volere. La sentenza a carico di Ivano Famiglietti, 27 anni, di Frigento, assistito dall'avvocato Gerardo Testa, è stata emessa questa mattina dalla corte d'assise di Avellino.

Il giovane era imputato per il brutale omicidio di Michele Famiglietti, 55 anni, e di Maria Covino, di 54.

Il 27enne è stato protagonista di uno dei più feroci fatti di cronaca degli ultimi anni. Nel novembre del 2015, in preda a un raptus di follia, inneggiando Satana, impugnando un'ascia ha colpito ripetutamente alla testa il padre. Si è accanito con una violenza brutale. Subito dopo si è avventato sulla madre. Infierendo allo stesso modo. E' poi rimasto accanto ai corpi dei due genitori, nella casa di Frigento. La radio accesa a tutto volume, tra le pareti e il pavimento imbrattati di sangue. Il terribile duplice omicidio è stato scoperto da una sorella dell'imputato, che ha subito dato l'allarme.

I carabinieri hanno trovato Ivano accanto ai corpi senza vita dei genitori. Farneticava, non ha mai dato una spiegazione del suo gesto. Ma è emersa nel corso delle indagini, condotte dal pm Cecilia De Angelis, la sua venerazione per il demonio, anche per altri episodi: quando ha vandalizzato la statua di un santo nella chiesa di Sturno. Nel corso dei primi interrogatori, Ivano è apparso assente e distaccato rispetto alla gravità dei fatti contestati.

Il giovane era già in cura presso un centro di igiene mentale. Una circostanza che ha anche alimentato una serie di polemiche. Più volte in paese è stata segnalata la pericolosità di certi suoi atteggiamenti. Non avrebbe dovuto vivere in casa con i genitori senza un adeguato e continuo controllo di specialisti.

Sulla decisione dei giudici ha pesato il parere medico dal collegio peritale composto dal criminologo Antonio Crisci, dallo psichiatra Antonino Iaccarino e dalla psicologa Nicoletta Sansone. Gli esperti hanno evidenziato un vizio totale di mente di Famiglietti al momento dei fatti, la sua elevatissima pericolosità sociale e l'incapacità di partecipare coscientemente al processo. Circostanze che hanno convinto i giudici a decidere per la non imputabilità dell'imputato.

Il 27enne è attualmente in cura in una struttura riabilitativa per malati psichiatrici di San Nicola Baronia. Non ci resterà certo per poco, ma fino a quando avrà bisogno di terapie specifiche, quelle necessarie alla sua condizione, che nessun'altra soluzione avrebbe potuto guarire.