Corrieri gambiani con chili di droga: così agiva la banda

Chili di hashish rifornivano Avellino e l'hinterland. Quindici indagati. Tutti i dettagli.

Mesi di indagini: intercettazioni, appostamenti, interrogatori. Un giro che si alimentava a Napoli e poi, come anticipato, riforniva Avellino e l'hinterland.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio 

Tutto è iniziato con una busta di droga lanciata dal balcone. Un tentativo, disperato, di liberarsi delle prove. Ma di sotto c'erano i poliziotti. Qualcuno, per come è andata dopo, potrebbe pensare che quell'indagine sia piovuta dal cielo. Ma le cose non sono andate proprio così. Sono state centinaia le registrazioni telefoniche, altrettante le intercettazioni ambientali, decine gli appostamenti, che la sezione antidroga della Squadra mobile di Avellino, sotto la supervisione dell'ispettore superiore Roberto De Fazio, ha eseguito per sgominare una banda di spacciatori che riforniva di hashish e marijuana il capoluogo irpino e l'hinterland. L'operazione è partita nel 2014. Ed è durata diversi mesi. Quindici gli indagati finali, ve ne abbiamo parlato (Leggi il precedente articolo).

La droga viaggiava sull'asse Napoli-Avellino

La droga arrivava da Napoli. Poi c'era una squadra di corrieri che si occupava di distribuirla. Un chilo fra hashish e marijuana ogni settimana. Un mercato di decine di persone, anche giovanissimi. Le loro dichiarazioni hanno giocato un ruolo chiave nell'indagine. Coordinata dalla Dda di Napoli ma eseguita, materialmente, proprio dagli investigatori della Mobile di Avellino diretta dal dirigente Michele Salemme.

La banda era ben organizzata: grande disponibilità di mezzi e di corrieri. C'era quel linguaggio in codice. Essenziale nelle trattative.

Il linguaggio in codice

«Portami una scheda da seicento». Era il segnale. Arrivava la droga: seicento grammi. Diversi arresti e sequestri. Ma tutto, come anticipato, è iniziato con una perquisizione domiciliare. L'operazione è avvenuta nel 2014. Prima che i poliziotti entrassero in casa è stata gettata dal balcone una dose di stupefacenti. Poi recuperata. Il comportamento ha insospettito gli investigatori. Sono seguite centinaia di intercettazioni telefoniche. Hanno permesso di ricostruire l'attività della banda. I sospettati si rifornivano a Napoli.

«Preparativi, arriva 'o niro». La droga era pronta a partire. Direzione Avellino. La portavano dei gambiani. Viaggiavano a coppia, sui bus. Gli zaini pieni di stupefacenti. Gli scambi avvenivano a Piazza Libertà. E' lì che una squadra di corrieri attendeva i gambiani. Prendeva la droga. Poi cominciavano le trattative.

Sono seguiti i primi arresti. Sono scattate le manette ai polsi dei corrieri di Napoli. La banda ha provato a cambiare percorso per portare la droga in città. Le trattative non avvenivano più a Piazza Libertà, ma in riva al mare. Poco distante dagli scogli di Salerno. E' lì che alcuni indagati andavano a incontrare i corrieri, ancora gambiani. Nuovi arresti.

Cambiano i corrieri, l'indagine si avvia alla conclusione

Stavolta qualcosa cambia. Qualcuno, al di là del telefono, ha un'idea. Basta gambiani: viene scelto un salernitano. Gli investigatori seguono i suoi spostamenti. Ci sono alcuni sequestri di droga. Un'operazione diventa celebre come “il sequestro di Peppa Pig”. La droga viaggiava in uno zaino con il logo del celebre cartone per bambini.

Ormai l'indagine è prossima alla conclusione. Il cerchio si stringe. Non prima che gli uomini di De Fazio compiano un appostamento davvero particolare nel napoletano. Seguono una parte della banda durante uno sposalizio da oltre cento persone. Una scena degna del “Padrino” di De Coppola. Le loro ipotesi investigative vengono corroborate da ulteriori intercettazioni. Il quadro è completo.

Arrivano gli avvisi di conclusione indagini

La Procura di Napoli emette quindici avvisi di conclusione indagini. La lista dei sospettati si apre con C.G., 40 anni, di Avellino, che avrebbe promosso, organizzato e diretto l'associazione: procurando lo stupefacente da vendere, mantenendo i contatti con i fornitori, curando i profili finanziari delle operazioni, controllando l'attività; e prosegue con V.Z., 33 anni, di Atripalda, che avrebbe controllato con il primo la gestione dell'attività di spaccio, e in più occasioni si sarebbe occupato di vendere la marijuana e reperire nuovi clienti. Per gli inquirenti avrebbe più volte accompagnato con la sua auto, C.G., nei luoghi nei quali sarebbe avvenuta la cessione delle sostanze stupefacenti.

Nell'elenco compaiono poi M.S.S., 35 anni, fidanzata di C.G. - si sarebbe occupata di spacciare la marijuana al dettaglio e avrebbe cooperato col compagno in più occasioni per detenere la sostanza stupefacente in attesa della vendita-; .C.G., 21 anni, di Atripalda - avrebbe svolto il ruolo di corriere e di spacciatore-; .S.J.C., 22 anni, di Avellino, F.M., 32 anni di Napoli, V.S., 32 anni -,si sarebbero occupati del trasferimento della droga e della vendita al dettaglio-.;M.G.V., 43 anni, di Avellino, V.Z.F., 23 anni, di Avellino, M.A.S., 41 anni, di Avellino - ritenuti corrieri abituali-; G.P., 57 anni, di Pagani, A.D.S., 40 anni, di Nocera, G.D., 50 anni, di Gragnano, B.D.T., 22 anni, di Solofra, F.D.A., 23 anni, di Atripalda, indicati dagli inquirenti  come stabili fornitori di stupefacenti.