Aveva sequestrato due agenti, ora ne ha picchiati altri tre

Carcere di Avellino. Lo stesso detenuto che aveva partecipato alla rivolta ad Ariano.

Nuovo episodio di violenza nelle carcere irpine. Dopo la rivolta nel penitenziario di Ariano, è stata registrata una nuova aggressione nel carcere di Avellino.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio 

Aveva sequestrato, con altri detenuti, due agenti nel carcere di Ariano Irpino. Adesso si è reso protagonista dell'aggressione di un'altra guardia penitenziaria ad Avellino. Negli scontri sono rimasti feriti anche due colleghi: il bilancio è di un poliziotto finito in ospedale e altri due in infermeria.

Secondo una prima ricostruzione il detenuto ha dato in escandescenze dopo la visita ricevuta da alcuni familiari. Inutili i tentativi di un agente di tranquillizzarlo, l'indagato lo ha colpito con calci e pugni, prima che più poliziotti riuscissero a fermarlo.

Proprio oggi c'era stato un sit-in di alcuni agenti dinanzi al carcere del Tricolle per sensibilizzare l'opinione pubblica sui disagi vissuti dal personale del carcere. Una protesta contro i tagli nelle piante organiche dei penitenziari, le condizioni di insicurezza delle strutture, la mancanza di presidi permanenti di agenti, le liste di scorrimento bloccate che vanno a pesare da un personale già chiamato a sforzi notevoli per gestire il sovrannumero di detenuti.

Sull'episodio di Avellino si è espresso anche Emilio Fattorello, Segretario Nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: "Ormai è un bollettino di guerra e le vittime sono sempre le stesse : le donne ed uomini in divisa della Polizia Penitenziaria, non bastano più le telefonate di solidarietà del Ministro e per emulazione di altre autorità dell'Amministrazione, occorrono interventi immediati e strutturali che restituiscano la giusta Legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Il SAPPE Campania a tutela dei colleghi vittime di tale gestione scellerata ed irresponsabile sta predisponendo un'azione legale per mettere alla luce i vari livelli di responsabilità e il dovuto risarcimento ai colleghi. Il personale è allo stremo e le aggressioni non sembrano rallentare”.

Dichiarazioni condivise da Donato Capece, segretario generale SAPPE. “Altro che carcere umano e più sicuro, come prometteva il Ministro della Giustizia Orlando: i penitenziari sono un colabrodo per le precise responsabilità di chi ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Ed è ancora più grave che il responsabile delle violenze di ieri a Viterbo sia stato uno dei protagonisti della sconsiderata rivolta nel carcere di Ariano Irpino di qualche giorno fa, durante la quale furono sequestrati due poliziotti. Non ci si ostini dunque a vedere le carceri con l’occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c’è affatto: gli Agenti di Polizia Penitenziaria devono andare al lavoro con la garanzia di non essere insultati, offesi o – peggio – aggrediti da una parte di popolazione detenuta che non ha alcun ritegno ad alterare in ogni modo la sicurezza e l’ordine interno”.