Violenze sui bimbi: la suora irpina voleva "comprare" le mamme

Dall'ordinanza emerge come la superiora avrebbe provato a pagare i genitori per farli star zitti.

Maltrattamenti sui bambini. Quattro suore, fra le quali la madre superiora irpina, sono state sospese dall'insegnamento.

Aquilonia.  

 

di Andrea Fantucchio 

Quattro suore sotto inchiesta per maltrattamenti sui bambini di 3 e 5 anni. La madre superiora è una irpina, di Aquilonia: avrebbe tentato di coprire le violenze. La vicenda si è verificata a San Marcellino, provincia di Caserta. Le suore sotto indagine gestivano un istituto paritario. Oltre all'irpina, nel mirino della Procura del tribunale di Napoli Nord sono finite anche due filippine di 47 e 54 anni e una indonesiana di 34.

Vomito, lividi, incubi notturni: testimonianze a tratti sconvolgenti quelle rilasciate dai genitori dei piccoli. Accuse che avevano spinto il procuratore a chiedere l'arresto per le quattro suore. Ma il gip, Valentina Giovanniello, ha rigettato la richiesta ritenendo che non sussistessero le condizioni.

Delicata la posizione della madre superiora, accusata anche di intralcio alla giustizia. In più occasioni, questo si legge nell'ordinanza, avrebbe cercato di coprire i maltrammenti commessi dalle altre suore.

"E' una vergogna anche per te", avrebbe cercato di “comprare” così il silenzio di una madre, oltre ad offrirle anche del denaro. La donna chiedeva spiegazioni: perché sul corpo di mia figlia ci sono tutti quei lividi?

La religiosa, in un primo momento, avrebbe "tentato di giocare la carta" dei “bambini che dicono bugie”. Ma non è servito. La madre della piccola ha ritenuto che il comportamento della suora avvalorasse i suoi sospettie così ha deciso di andare fino in fondo: ha denunciato quanto accaduto e poi ritirato la figlia dalla scuola.

Un'altra mamma ha raccontato che la sua bambina, tornata dalle lezioni, vomitava spesso. I carabinieri hanno raccolto le deposizioni di altre cinque mamme, tutte hanno confermato altri episodi. Testimonianze che sono state verificate dalle immagini riprese dalle telecamere istallate dagli investigatori. Video nei quali si vedono i bambini minacciati e tenuti a digiuno, e in qualche caso chiusi in una stanza buia.