Detenuto muore a Bellizzi. Il sindacato: «Situazione grave»

Il Sappe dà notizia di un decesso avvenuto ieri. E descrive le criticità dei penitenziari.

Avellino.  

 

di AnFan 

Ieri pomeriggio un detenuto è morto d'infarto nel carcere di Bellizzi ad Avellino. Il sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria (Sappe) riporta la notizia e ne approfitta per parlare dei gravi disagi vissuti dal personale e dai detenuti. A partire dall'assistenza. 

Si legge nella nota a proposito del detenuto deceduto: «L’uomo, un cinquantenne italiano ristretto per reati legati allo spaccio, con posizione giuridica definitivo e con fine pena 2022, tossicodipendente è morto nonostante ogni tentativo messo in atto dagli operatori penitenziari. I medici del 118 non ha potuto fare altro che certificare il decesso per arresto cardiocircolatorio. Il soggetto era affetto da varie patologie conseguenti alla tossicodipendenza. La salma è stata messa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. La situazione nelle carceri resta allarmante. Dal punto di vista sanitario, poi, è terrificante: secondo recenti studi di settore è stato accertato che almeno una patologia è presente nel 60-80% dei detenuti. Questo significa che almeno due detenuti su tre sono malati. Tra le malattie più frequenti, proprio quelle infettive, che interessano il 48% dei presenti. A seguire i disturbi psichiatrici (32%), le malattie osteoarticolari (17%), quelle cardiovascolari (16%), problemi metabolici (11%) e dermatologici (10%).”

Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, ha  chiesto un incontro al Ministro della Giustizia Bonafede per affrontare le priorità penitenziaria: "tra le quali vi è proprio quella dell’elevata presenza di detenuti malati. Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”. 

«Con questo nuovo Ministro - si legge nella nota del sindaco - con i nuovi vertici dell’Amministrazione Penitenziaria, con il nuovo Governo ci aspettiamo un netto cambio di passo sulle politiche carcerarie e maggiore attenzione e sensibilità verso le criticità operative delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria»,