Truffa da 260mila euro: l'avvocatessa non risponde al giudice

Maria Virginia Cantone, dinanzi al gip, si è avvalsa della facoltà di restare in silenzio

Due giorni fa l'avvocatessa di Cervinara era stata arrestata con l'accusa di truffa. Questa mattina ha deciso di non rispondere alle domande del gip.

Cervinara.  

Ha deciso di rimanere in silenzio l’avvocatessa di Cervinara, Maria Teresa Cantone, arrestata due giorni fa con l’accusa di truffa aggravata. Questa mattina è comparsa di fronte al gip, Fabrizio Ciccone, affiancata dal suo avvocato, Dario Vannetiello. E ha preferito non rispondere alle domande del magistrato. Ora la misura cautelare verrà impugnata dinanzi ai giudici del Riesame, quando la difesa cercherà di dimostrare l’insussistenza delle esigenze cautelari.

La Cantone si trova al centro di un'altra indagine della Procura di Foggia che le contesta una serie di truffe. Stessa ipotesi di reato anche in questa inchiesta, condotta dal sostituto procuratore di Avellino, Vincenzo D’Onofrio. Sarebbero tre le vittime dei raggiri dell’indagata: anche  un uomo di Marano (avvocati Claudio Frongillo e Federico Giusto) coinvolto in un violento incidente nel quale è morta la moglie e sono rimaste ferite le due figlie minorenni.

La Cantone, secondo l’accusa, si sarebbe fatta versare diversi accrediti, per un totale di oltre 260mila euro, grazie a una serie di stratagemmi. In più di un’occasione si sarebbe fatta consegnare parte dei soldi versati dall’assicurazione come risarcimento dei danni. Una somma che era destinata alla figlia minorenne del suo cliente. La ragazza – secondo la versione dell’avvocato – avrebbe potuto ritirare i soldi, consegnati a un giudice tutelare, una volta compiuti diciotto anni. Somma che per l'accusa sarebbe invece stata intascata dall'indagata.

Fra le vittime delle truffe addebitate alla Cantone anche una coppia che si era affidata all'avvocatessa irpina per risolvere una causa dinanzi ai giudici del Tar delle Marche. In quell’occasione l'indagata sarebbe riuscita a farsi versare diversi accrediti millantando una parentela con il numero uno dell’Anac, Raffaele Cantone. L’indagine è stata alla guardia di finanza di Avellino con la collaborazione delle fiamme gialle di Napoli Nord. Dopo le prove raccolte la Procura aveva chiesto e ottenuto l’arresto dal gip.