"Piombo zero nelle batterie, è stato l'inferno in un amen"

Parla Giovanni Maffeo, all'Ics da 40 anni: "Mai saputo di minacce o richieste estorsive"

Avellino.  

Mentre L'Arpac ha reso noti i primi dati sulle diossine e i furani nell'aria con la concentrazione risulta comunque essere molto bassa in relazione ad altri incendi verificatisi recentemente in Campania la proprietà dell'Ics ha incontrato sindacati e lavoratori in una riunione all'Unione Industriali. C'è la volontà di rimettere in piedi la fabbrica ma bisogna ottenere quanto prima il dissequestro per recuperare almeno gli stampi altrimenti si ferma la produzione anche nelle aziende di Nusco e Calitri.

E a Ottopagine.it parla Giovanni Maffeo da 40 anni all'Ics. “Ho sentito tante inesattezze, a cominciare dal fatto che lavoriamo il piombo. Cosa può essere successo questo non lo sa nessuno, il fuoco è partito da lontano e dalla punta estrema del capannone. E' stato un momento che sul piazzale non c'era nessuno, qualcuno era andato a pranzo. Siamo una delle ultime due fabbriche che fa il prodotto che ha cominciato a fare all'inizio, nel 1973. Sono 38 anni che lavoro lì, ho fatto sempre lo stesso lavoro, tanta gente che ci ha lavorato prima e tanta gente che ci lavorava ora. Era una fabbrica all'avanguardia”. Eppure qualcosa nei sistemi di sicurezza sembra sia andata storta. “Per quello che è stato l'impatto dell'incendio, la violenza che ha avuto, se c'erano 100 pompieri e non sono riusciti a estinguerlo, figuratevi nostri sistemi di sicurezza. Poi non c'è stato proprio il tempo perché la prima cosa è stato mettere in sicurezza i colleghi" 

"Noi facciamo solo stampaggio di batterie per auto, non facciamo il prodotto finito. Parliamo di piombo zero, lavoriamo la plastica perciò non abbiamo piombo, o almeno di quello che si intende che si dissolve nell'aria, trattiamo piccole quantità del piombo a metallo. Le persone possono stare tranquille ma non ve lo dico io, lo dice la Procura, i pompieri lo dicono tutti quanti altrimenti sarebbe stata una catastrofe impossibile da sostenere. Sono 38 anni che lavoro all'Ics e non è mai capitato niente. È una cosa che già ci ha devastato. Quelli che sentono il problema non tanto per il lavoro che abbiamo perso ma per quello che è successo siamo noi, un'azienda che un punto di riferimento per tutti. Veramente non ci riusciamo a spiegare quello che è successo. Speriamo in un rapido dissequestro, a noi per poter continuare a lavorare ci servono gli stampi, se ci fermiamo noi, si bloccano le grande aziende automobilistiche”.

E sull'eventualità che la proprietà in passato abbia ricevuto minacce estorsive chiosa. “La proprietà non può parlare perchè c'è un indagine in corso io dico che non c'è stato mai niente Noi abbiamo lavorato una vita anche di notte, da tanti anni non è mai successo niente con nessuno mai mai mai". 

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