Incendio Ics, sit-in di protesta degli operai sotto la Procura

La magistratura ha detto non al dissequestro dei macchinari

Avellino.  

Si sono organizzati per protestare. Sono in sette e sono una rappresentanza della Ics, la fabbrica andata in fiamme la scorsa settimana. L'azienda aveva chiesto alla Procura il dissequestro dei macchinari e, soprattutto, degli stampi che occorrono a produrre le scocche in plastica delle batterie per auto.

Ma Rosario Cantelmo, unitamente al sostituto D'Onofrio che si è incaricato delle prime indagini, hanno ritenuto inopportuno dare il via libera a possibili materiali di prova.

Di qui il sit-in di protesta. Che poi è una richiesta di attenzione. In gioco c'è il posto di lavoro dei 26 dipendenti diretti della Ics e più di uno, tra i sette “manifestanti”, ha mostrato segni di commozione parlando della fabbrica e dell'incendio che l'ha mandata in fumo.

Senza gli stampi sono a rischio le commesse. Per questo, gli operai chiedono alla Prefettura di mediare, organizzando un tavolo e poter ottenere il dissequestro almeno di quelli. Sarebbero spediti a Canonica, in Lombardia, dove esiste un altro impianto del gruppo Ics e la produzione continuerebbe temporaneamente in quel sito.