Sentenze pilotate, il giudice Mauriello esce dal carcere

Ottiene gli arresti domiciliari dopo 24 ore in cella

Avellino.  

Dopo 24 ore nel carcere di Salerno, il giudice tributario Antonio Mauriello torna a casa agli arresti domiciliari. Una misura meno afflittiva ottenuta all’indomani degli arresti eseguiti dalla guardia di finanza di Salerno che ha indagato su un giro di  presunte sentenze pilotate in cambio di denaro.

Insieme al giudice irpino è finito in carcere anche il manager tv Casimiro Lieto. Per lui gli interrogatori si svolgeranno nella giornata di lunedì.

L’accusa del Gip del Tribunale di Salerno, Piero Indinnimeo, è di corruzione in atti giudiziari e riguarderebbe la cancellazione di un debito con l’Erario di oltre 35 milioni di euro ottenuto da una società di Sarno, di 5 milioni per una società di Angri e per circa un milione di euro per una società di Avellino. Mauriello dopo aver ricoperto l’incarico di Giudice Tributario a Salerno, fa parte, da circa un anno, del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria: i fatti contestatigli riguardano il presunto concorso in 5 episodi di corruzione in atti giudiziari condotta, secondo la Procura, in qualità di intermediario corruttore che operava avvalendosi della conoscenza diretta del personale amministrativo e dei Giudici Tributari di Salerno.

E, proprio in merito agli episodi che riguardando Mauriello (padre di Claudio, avvocato, presidente dell’Us Avellino), il dottor Indinnimeo avrebbe tirato in causa la Sidigas. Secondo il giiudice, Mauriello avrebbe consegnato 10mila euro al collega Fernando Spanò (arrestato lo scorso maggio) per "aggiustare" una sentenza in favore di Enerimpianti (azienda che detiene le maggioranza del capitale sociale della Sidigas spa) in merito ad un procedimento tributario di 979.956 euro. Lieto, invece, è accusato di essersi messo d’accordo con Mauriello, per dare un posto di lavoro al figlio del giudice Spanò al fine di condizionare favorevolmente un procedimento tributario di 229.086 euro.