Aspiranti poliziotti in piazza: no a ingiustizie sul concorso

Domani mattina a Roma la manifestazione dei 455 vincitori del concorso della Polizia

aspiranti poliziotti in piazza no a ingiustizie sul concorso
Avellino.  

Ci saranno anche diversi irpini domani mattina in piazza Montecitorio a protestare contro un emendamento applicato in maniera retroattiva su un concorso della polizia di stato bandito nel 2017.

Tra i 455 aspiranti poliziotti, vincitori con riserva del concorso c’è anche Nicola Musto, un ragazzo di 28 anni della Provincia di Avellino, che da qualche tempo si sta battendo contro quella che lui definisce la «più grande ingiustizia su un concorso pubblico».

«Nel 2017 abbiamo partecipato ad un concorso che prevedeva la partecipazione fino al 30esimo anno di età e graduatoria aperta per 3 anni dalla quale avrebbero dovuto attingere per le nuove assunzioni. Nel 2019 però a causa dell'emendamento 11.17 inserito nel decreto semplificazione, sono stati esclusi tutti coloro che alla data del primo gennaio 2019 avessero compiuto il 26esimo anno di età, naturalmente applicato in maniera retroattiva sul nostro concorso. Abbiamo così presentato ricorso, il TAR subito ci ha ammesso con riserva con la Cautelare disponendo per noi il normale iter concorsuale con udienza di merito fissata ad Aprile 2020.

In seguito  alle prove la nostra partecipazione ha riportato un numero di idonei con riserva pari a 455, che purtroppo però non sono stati inseriti in alcuna graduatoria e non sono stati avviati al corso di formazione nonostante le varie ordinanze del Tar, il decreto Presidenziale del TAR e l'ordinanza del Consiglio di Stato in sede giurisdizionale.

Siamo ragazzi con punteggi che vanno da 9.5 ad 8.875 vistosi scavalcare da ragazzi con punteggi molto più bassi solo perché le assunzioni non sono state basate su fattore meritocratico, bensì su fattore anagrafico.

Non so se le ho evidenziato per bene la gravità della situazione dove vede protagonista una Pubblica Amministrazione che non esegue le ordinanze del TAR e ancor più grave del Consiglio di Stato, non in sede consultiva, bensì in sede giurisdizionale. Considerando la via giuridica del tutto tortuosa, abbiamo intrapreso la via politica e dopo tanti sacrifici fatti da innumerevoli incontri, abbiamo ottenuto ben 6 emendamenti dai vari partiti politici per inserirli nella legge di bilancio. Una volta inseriti anche tra i “segnalati”  e superato l' ammissibilità da parte del presidente del Senato, sono stati inspiegabilmente ritirati 2 giorni prima che venissero messi al voto perché sapevano che il governo avrebbe dato parere negativo.

Il 18 dicembre abbiamo così manifestato scendendo in piazza dell' Esquilino alla presenza dei vari sindacati della Polizia, in presenza di vari politici come Fiano, Damiani, Del Monaco, D'Alfonso, Rauti, Richetti, Giannone, La Russa i quali si sono impegnati ad organizzare un tavolo tecnico con la ministra Lamorgese per trovare una risoluzione alla nostra situazione. Ad oggi però ancora non abbiamo avuto notizie. Noi non ci arrenderemo mai, siamo nati per questo sogno e ci fermeremo solo quando sarà divenuto realtà».