Estorsioni in Valle Caudina, otto condanne e due assoluzioni

Si è concluso il processo dinanzi al Gip del Tribunale di Napoli

estorsioni in valle caudina otto condanne e due assoluzioni
San Martino Valle Caudina.  

Otto condanne – una in meno di quelle chieste dal Pm – e due assoluzioni. E' la sentenza del gup del Tribunale di Napoli Federica De Bellis per dieci delle dodici persone che avevano scelto il rito abbreviato dopo essere state coinvolte nell'inchiesta della Dda e dei carabinieri della Compagnia di Montesarchio su alcune tentate estorsioni, con l'aggravante di aver agevolato il clan Pagnozzi,  ai danni di sei attività commerciali a Moiano, Paolisi, Airola e Montesarchio. In particolare, due macellerie, un'impresa edile, un'avicola, un'agenzia di pompe funebri ed una ditta di impiantistica.

Queste le condanne: 9 anni e 4 mesi a Pietrantonio Morzillo (avvocati Ettore Marcarelli e Carla Maruzzella), 44 anni, di Moiano; 6 anni e 8 mesi a Francesco Buono (avvocati Mario Cecere e Mauro Iodice), 28 anni, di Airola; 5 anni e 4 mesi a Luca Truocchio (avvocati Marco Bernardo e Nunzio Gagliotti), 20 anni, di Sant'Agata de' Goti; 5 anni e 4 mesi ad Antonio Buonanno (avvocati Danilo Di Cecco e Giacomo Buonanno), 27 anni, di Moiano; 4 anni ad Alessandro Massaro, 26 anni; 5 anni e 4 mesi a Biagio Massaro, 27 anni, e Pasquale Massaro, 22 anni, di Airola (avvocato Renato Iappelli); 3 anni e 8 mesi a Umberto Zampella (avvocato Nello Sgambato), 37 anni, di San Marco Evangelista.

Assolti, invece, Umberto Vitagliano (avvocato Valeria Verrusio), 56 anni, di San Martino Valle Caudina, e Giovanni Testa (avvocato Vittorio Fucci), 49 anni, di Montesarchio.

Nel mirino degli inquirenti una serie di attentati compiuti tra settembre 2018 e febbraio 2019: colpi di pistola esplosi contro finestre, porte e serrande di abitazioni ed uffici dei titolari delle ditte, fiamme appiccate ai mezzi e, in un caso, all'altezza della camera da letto di una casa, e la deflagrazione di una bomba dinanzi ad un locale.

Questo il quadro che sarebbe emerso da un'inchiesta supportata da intercettazioni telefoniche, dai servizi tradizionali di appostamento e pedinamento, da perquisizioni e sequestri, e che nel luglio dello scorso anno era stata scandita dall'esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare.

Il pm Luigi Landolfi, come si ricorderà, aveva proposto 18 anni per Morzillo, 12 per Buono e Truocchio, 10 per Buonanno e i tre Massaro, 8 anni per Zampella, 7 per Testa, e l'assoluzione di Vitagliano.