Abusi su 13enne, accuse a Don Livio. "In mio figlio qualcosa si è spento"

In tv a "I Fatti Vostri" parla il padre del ragazzino vittima dei presunti abusi in Irpinia

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Prata di Principato Ultra.  

Processo Don Livio Graziano, parla in tv il padre del 13enne vittima dei presunti abusi. Il giovanissimo era stato affidato dalla famiglia, al sacerdote per un campo estivo in provincia di Avellino, secondo quanto raccontato dal padre, accompagnato dal suo avvocato, durante la puntata dello scorso giovedì de “I Fatti vostri”.

Ospite della comunità di padre Livio, a Prata Principato Ultra, il giovanissimo, secondo quanto ricostruito dall’accusa, avrebbe dormito nella stanza del prete, su un materasso, dove i carabinieri hanno ritrovato preservativi e oli lubrificanti. Un orologio e uno smartwatch, erano stati questi i due regali da duemila euro complessivi, che don Livio aveva donato al giovanissimo. I genitori, proprio in virtù di quei regali, si erano interrogati sul modus operandi di Don Livio, scelto quale educatore per loro figlio. "Regali che sarebbero stati donati per il buon comportamento del ragazzo che si era occupato della formattazione di 12 computer della chiesa e della sistemazione di una biblioteca in un paesino vicino". Spiega l'avvocato del padre del 13enne. 

 Il padre ha raccontato comesuo figlio sia profondamente cambiato, nonostante si sforzi di condurre una vita normale, come quella degli altri ragazzi della sua età: “qualcosa in lui è cambiato, non è più lo stesso. Va a scuola e gioca a calcio, ma lo fa perché lo deve fare”.

Durante la prossima udienza, che è stata fissata il 5 maggio, verrà ascoltato proprio il giovane protagonista, supportato da uno psicologo. «Mio figlio potrà mai tornare ad essere felice?», si chiede il padre in tv. E racconta con l’avvocato Benedetta Falci la vicenda drammatica di suo figlio alle prese con un delicato percorso di sostegno psicologico. Ora si attende il processo, Don Livio è in una comunità religiosa. È gravemente indiziato di atti sessuali con un minorenne di età inferiore ai quattordici anni. la procura di Avellino a ottobre del 2021 dispose per lui i domiciliari.   «Ho raccontato questa storia anche in televisione perché altri giovani non possano subire le stesse vessazioni di mio figlio», dice il padre del giovane.